L’allevamento dei conigli può avvenire allo stato brado, in semilibertà (ma con un’ alimentazione tradizionale fatta di biada, fieno e carote), in maniera intensiva (in gabbie metalliche sistemate in capannoni o all’aperto, per zone particolarmente temperate), ricorrendo a mangimi, farmaci e vaccinazioni, perseguendo in quest’ultimo caso la logica del profitto ad ogni costo.
In altre parole, i conigli possono essere allevati in libertà , semilibertà ed in cattività . Ma oltre all’habitat, quello che nell’allevamento di conigli fa la differenza è l’alimentazione e l’impiego di farmaci e vaccinazioni. Con una produzione annua che supera le 200.000 tonnellate di carne, a livello europeo, l’Italia è il maggiori produttore di conigli. Un terzo circa di questa produzione fa capo agli allevamenti rurali, mentre la restante parte è appannaggio degli allevamenti professionali, che si avvalgono mediamente di un 500 fattrici contro le 30-40 degli allevamenti rurali.
E’ opportuno osservare che passando dagli allevamenti rurali a quelli professionali il ciclo produttivo assume caratteristiche diverse. Infatti, negli allevamenti rurali la vendita del prodotto finito avviene con cadenza settimanale. A tal fine le fattrici sono suddivise in modo tale che settimanalmente un numero di esse partoriscono, mentre altre si accoppiano e così via. Negli allevamenti dei conigli professionali il ciclo passa a 2 o 3 settimane per arrivare a 6 settimane.
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