Ecco come e quando potare le rose, dalla scelta del periodo ideale agli attrezzi compatibili con la grandezza dei rami, da quali rami tagliare a come eseguire i tagli, alle precauzioni per evitare stress e infezioni alla pianta.
L’operazione di potatura rientra in quelle classiche dei “Pollice Verde”, ma non possono prescindere da un minimo di informazioni su quando e come potare le rose. La paura è sempre quella di tagliare troppo o troppo poco e di non recidere il ramo giusto.
Tenuto conto che le piante di rose fioriscono sui rami giovani ossia su quelli formatisi durante la vegetazione dell’anno, vanno potate durante il periodo di riposo vegetativo, in pratica durante la stagione invernale, preferibilmente versa la fine della stessa, quando le piante si stanno preparando per la nuova stagione vegetativa.
Gli interventi fatti in questo periodo, fine gennaio-febbraio, fino a tutto marzo per le aree del nord, quando risultano scongiurati i pericoli di gelate, stimolano la produzione di getti giovani, potenzialmente destinati a produrre fiori, anche se non manca chi per le aree a clima temperato consiglia di anticipare l’intervento alla fine dell’autunno precedente. Noi siamo per la fine dell’inverno.
Con riguardo al primo intervento successivo alla messa a dimora, le rose piantate a marzo-aprile vengono potate subito dopo essere state piantate, mentre per quelle messe a dimora durante la stagione invernale bisogna attendere l’arrivo della primavera successiva, quando non vi sono più rischi di gelate.
Lievi interventi di potatura, per rimuovere fiori appassiti, rami secchi o spezzati o comunque interessati da malattie, possono essere eseguiti in qualsiasi periodo dell’anno e per tutte le specie di rose. |
Gli attrezzi vanno scelti in funzione del diametro dei rami. Useremo la cesoia per rami fino a 2-3 cm di diametro, le forbici per rami più sottili, il segaccio per quelli di maggiore diametro. Per recidere rami non raggiungibile da terra, in luogo della scala, si può far uso dello svettatoio, una forbici sistemata all’estremità di un’asta telescopica, comandata a distanza, grazie ad una corda.
Bisogna utilizzare attrezzi con lame bene affilate, che assicurano tagli netti, senza sfrangiature, di facile cicatrizzazione.
Per quanto riguarda le tecniche di potatura, bisogna eseguire tagli netti e obliqui, in modo che l’acqua piovana non ristagni sulle ferite generate dai tagli, con pericolo di infezioni, ma defluisce velocemente. L’inclinazione del taglio deve essere tale che l’acqua defluisce dal lato opposto alla gemma. Per evitare infezioni e malattie fungine, è consigliabile sterilizzare la lama prima di passare da una pianta a quella successiva.
L’intervento ha inizio con il taglio degli eventuali rami secchi o spezzati e di quelli che si intralciamo a vicenda, che appesantiscono la pianta, impedendo alla luce ed ai raggi del sole di raggiungere i vari punti della stessa, quindi si passa a quelli più vecchi. Questi ultimi vanno recisi dalla base, in assenza di un getto in grado sostituire il tralcio tagliato. Alla fine dell’intervento dovranno rimanere mediamente dai 3 ai 5 steli, scelti tra i più vigorosi.
Il taglio va eseguito a qualche cm dalla terza-quarta gemma a partire dal basso, tenendo presente che i nuovi getti saranno tanto più vigorosi quando più in basso è possibile eseguire il taglio, compatibilmente con la presenza delle gemme, in media a 20-25cm dal suolo. Con l’occasione si provvede a recidere gli eventuali polloni presenti ai piedi della pianta, che sottraggono nutrienti agli steli a fiore.
Dal punto di vista estetico, nel rispetto di quanto abbiamo detto, analizzando i rami, il numero e la posizione delle gemme, bisogna eseguire i tagli immaginando quella che potrebbe essere la chioma della futura pianta. Con eccezione delle rose rampicati, bisogna risparmiare le gemme che guardano verso l’esterno, per avere una pianta, con un cespo armonico, una chioma regolare, allargata e ben distribuita, capace di lasciarsi attraversare dalla luce e dall’aria.
La pulizia di fine stagione, una volta terminata la fioritura, con la rimozione dei fiori secchi, prepara la pianta al meritato riposo vegetativo.
Salve qualche eccezione, un intervento consistente alla fine dell’inverno o terminata la fioritura, a secondo della specie, soft interventi di pulizia durante l’anno e rimozione dei fiori secchi.
Premesso che le specie rampicanti non necessitano di incisivi interventi di potatura, nell’individuare i tralci da recidere bisogna optare per quelli che ospitano gemme rivolte verso l’esterno, cominciando dai tralci più esili e/o più vecchi.
Fioriscono sui rami dell’anno precedente, per cui l’intervento di potatura più significativo deve essere eseguito una volta terminata la fioritura, scegliendo con accortezza e i tralci da recidere e quelli accorciare.
Sono da tagliare i tralci più vecchi, scuri e legnosi che hanno dato fiori per uno o più anni, mentre sono da accorciare i rami dell’anno, destinati a produrre nuovi getti, per la fioritura della stagione da venire. Questi ultimi vanno accorciati in modo da lasciare 3-4 gemme, possibilmente rivolte verso l’interno.
La quasi totalità delle rose, come abbiamo più volte già detto, fioriscono sui getti dell’anno, steli teneri che appena hanno iniziato la fase di lignificazione, ma sono anche piante rifiorenti, la cui fioritura inizia con la fine dell’inverno e nelle regioni temperate si protrae fino alla fine dell’estate-inizio autunno.
Ma perché ciò avvenga, è necessario che, dopo il significativo intervento di fine inverno, a scalare, durante l’intera stagione vegetativa, le rose vengano recise man mano che sfioriscono, per stimolare la produzione di nuovi getti.
L’altezza cui recidere lo stelo, dipende dalla consistenza dello stesso. Se lo si ritiene in grado di produrre nuovi getti, si interviene a 15-20cm dal suolo o dal punto il cui parte lo stelo.
Per decidere su quali tralci intervenire ed il periodo dell’intervento, bisogna innanzitutto stabilire se la specie fiorisce sui rami dell’anno o quelli dell’anno precedente.
Deciso il periodo, fine inverno o fine fioritura, in funzione dei rami su cui la specie fiorisce, si interviene in maniera più decisa sui tralci sottili e deboli, per stimolarne la ripresa, ed in maniera più soft sui tranci di una certa consistenza, differenziando il numero di gemme da lasciare, da un minimo di 2-3 ad un massimo di 4-5.
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