Le varie forme di contributi INPS (artigiani, commercianti, lavoratori dipendenti, lavoratori domestici, contributi figurativi, contributi facoltativi, contributi da riscatto laurea, ecc.) rappresento il presupposto per le prestazioni pensionistiche, previdenziali ed assistenziali. In virtù di questa potenziale pluralità di prestazioni, il Regolamento Previdenziale, come più volte ribadito dalla Cassazione, non prevede la restituzione dei contributi legittimamente versati, quando questi risultano insufficienti per la corresponsione della pensione.
Con riferimento alle varie categorie di lavoratori, annualmente vengono stabiliti gli importi minimi e massimi di contributi da versare. Più precisamente vengono stabili i cosiddetti minimali e massimali di retribuzione, ossia i redditi minimi sui quali calcolare i contributi assistenziali e previdenziali e i redditi massimi oltre i quali non è prevista alcuna contribuzione. Pertanto, anche se il reddito effettivo scende al di sotto del “minimaleâ€, la base per il calcolo dei contributi rimane il reddito minimale.
Occupiamoci dei contributi cui sono tenuti artigiani, commercianti e lavoratori dipendenti. Per artigiani e commercianti il reddito minimale per l’anno 2008 è stato fissato in euro 13.819, 00, mentre il massimale, ossia il reddito oltre il quale per artigiani e commercianti non erano dovuti contributi, per il 2008 ammonta a euro 67.942,00. Quest’ultimo limite per il 2008 aumenta a euro 88.669,00 per artigiani e commercianti iscritti dopo il 1995 che hanno optato per il sistema contributivo. Artigiani e commercianti pagano i contributi con modello F24 in quattro rate, con scadenza 16 maggio, 16 agosto, 16 novembre, 16 febbraio dell’anno successivo. I contributi devono essere calcolati sul reddito dell’anno cui si riferiscono, ma poiché ciò risulta materialmente impossibile, vengono calcolati sul reddito dell’anno precedente, a titolo di acconto, salvo ad effettuare il necessario conguaglio nell’anno successivo.
I contributi dovuti dai lavoratori dipendenti vengono calcolati per la quasi totalità sulla retribuzione reale complessiva, con esclusione di alcune voci come borse di studio o assegni familiari, mentre in minima parte vengono calcolati sulle retribuzioni convenzionali. Tranne poche eccezioni, i contributi per i lavoratori dipendenti rappresentano il 33% della retribuzione lorda, di cui poco più del 9% a carico del lavoratore e la restante parte a carico del datore di lavoro. I suddetti contributi vengono trattenuti direttamente in busta paga e versati a cura del datore con modello F24, mentre mensilmente, sempre a cura del datore di lavoro, con modello DM10 vengono comunicati i relativi dati all’INPS.
Come per gli artigiani e commercianti, anche per i lavoratori dipendenti, annualmente vengono fissati minimali e massimali, ossia il reddito minimo sul quale calcolare la contribuzione e il reddito oltre il quale non è dovuta alcuna contribuzione. Per il 2008 la retribuzione minima settimanale è stata stabilita in euro 177,42, cui corrisponde un reddito minimale annuo di euro 9.226,00, mentre il massimale, sempre per il 2008, ossia il reddito oltre il quale non sono dovuti contributi ammonta ad euro 88.669,00. Tale massimale sussiste solo per coloro cui fa capo il sistema contributivo, ossia per coloro che si sono iscritti all’INPS a partire da gennaio 1996 e per coloro iscritti all’INPS precedentemente a tale data ma che hanno optato per il sistema contributivo.
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