Le tartarughe di terra o terrestri sono animali erbivori, rettili appartenenti alla famiglia delle testuggini, che si alimentano di verdura e frutta in particolare. Allevate in cattività , possono essere tenute in appositi terrari, opportunamente allestiti, o in giardino completamente libere.
Appena nate, lunghe circa 4 cm, sono perfettamente identiche a quelle adulte e si nutrono delle stesse cose, compatibilmente con le difficoltà legate alle loro dimensioni. Sono animali molto longevi, in natura vivono in media 30-35 anni, mentre in cattività se allevate correttamente, per habitat e alimentazione, possono superare il secolo. Meno longevi sono le tartarughe acquatiche. Ovviamente, non parliamo di quelle vendute a pochi euro nei tipici contenitori di plastica, per le quali il tasso di mortalità è altissimo ed in genere non superano l’anno di vita. Caratterizzate dall’ assenza dei denti e un buon senso dell’orientamento, le testuggini hanno un udito poco sviluppato, a differenza della vista e dell’olfatto. All’ assenze dei denti sopperiscono in pare con le zampe anteriori, con le quali provvedono a dilaniare il cibo prima di ingerirlo. In quanto rettili sono animali a sangue freddo che necessitano del sole per riscaldarsi e della frescura per rinfrescarsi.
Tra le specie di testuggini maggiormente diffuse nel nostro paese troviamo: la Testudo marginata e la Testudo graeca, specie importate nel corso degli anni e la Testudo hermanni e l’ Emys orbicularis, uniche due specie originarie del nostro paese, specie autoctone.
La Testudo marginata, originaria della Grecia, è stata naturalizzata in Sardegna tra il XVIII ed il XIX secolo, dove è diventata di casa. Qualche esemplare, fino a qualche tempo addietro, sembra sia stato avvistato in Calabria, Campania, Toscana ed Emilia Romagna. Si differenzia dalla graeca e dalla hermanni, perché caratterizzata da un carapace (guscio) molto scuro, tendente al nero, di una lunghezza che spazia tra i 30 ed i 35cm.
La Testudo graeca o tartaruga greca, è presente in molti paesi d’Europa, dalla Spagna alla Turchia, dal Marocco alla Tunisia, dall’ Algeria alla Libia, dalla Grecia all’ Italia, dove allo stato libero popola la Sardegna e Pantelleria. La presenza in alcune regioni d’Italia, come in Liguria e Toscane, sembra poterla attribuire ad esemplari provenienti da allevamenti in cattività .
La Testudo hermanni, ospite della macchia mediterranea a fino 600 metri di altitudine, da adulta è prevalentemente vegetariana. Mediamente lunga, 16-18cm è riconoscibile per le peculiarità della coda, caratterizzata dalla presenza di un astuccio all’ estremità della stessa e due placche sopra.
La specie Emys orbicularis, conosciuta col nome di Testuggine palustre, presente nella quasi totalità dei paesi europei, predilige acque calme, tipo stagni, paludi, dal fondale melmoso.
A secondo della zona climatica vivono nella fascia che dal livello del mare sale fino ai 1000 metri circa di altitudine. L’altitudine cui le tartarughe si spingono diventa sempre più bassa man mano che ci si sposta dalla fascia mediterranea a quella continentale, con clima sempre più rigido.
Le dimensioni delle tartarughe di terra, oltre che per la specie, variano in funzione delle caratteristiche dell’habitat, quali temperatura e alimentazione. Si passa dai 15 cm delle femmine e 13 dei maschi dell’Italia settentrionale ai 24 cm per le femmine e 18 cm per i maschi della Sardegna. La specie Testudo Graeca, raggiunge mediamente una lunghezza di 25-30cm, mentre la specie Testudo Marginata, anche se di poco, può superare i 35cm. In ogni caso, i maschi sono più piccoli delle femmine, anche se presentano una coda più lunga e massiccia.Il primato per grandezza spetta alle cosiddette tartarughe giganti dell’Arcipelago di Colombo (Le Galapagos, arcipelago dell’Oceano Pacifico) e delle Seychelles (arcipelago dell’Oceano Indiano), rispettivamente le Geochelone nigra e le Geochelone gigantea), che superano il metro di lunghezza ed i 3 quintali di peso. Per grandezza sono da ricordare anche due testuggini africane: la Geochelone pardalis, la cui lunghezza supera il mezzo metro, e la Geochelone sulcata, la cui lunghezza può sfiorare il metro.
Per le testuggine la corazza, formata dal carapace (guscio) e dal piastrone che protegge la parti inferiori, svolge una funzione protettiva. In presenza di un pericolo, l’animale è in grado di nascondere sotto la corazza la testa, la coda e le zampe.
Come tutti i rettili cambia la pelle (muta). L’evento è fisiologico se graduale e non lascia chiazze rosse. Circa la corazza, carapace e piastrone, le testuggini provvedono a integrare sistematicamente le parti periferiche che man mano si consumano.
Al pari di tutte le specie di rettili appartenenti al genere Testudo, a rischio estinzione, anche la Testudo hermanni, specie autoctone del nostro paese, è stata inclusa nell’ elenco delle specie protette, per cui ne è stato vietato in maniera assoluta la cattura in natura, nonché si è provveduto a regolamentarne l’allevamento in cattività e la relativa commercializzazione.
Occorre creare un habitat in linea con le loro abitudini ed esigenza di sicurezza e protezione. Il fondo deve prevedere uno strato di terriccio piuttosto morbido sul quale le tartarughe possono muoversi senza fatica ed in assoluto benessere. Il terrario deve presentare una dimensione compatibile con il numero e la grandezza delle testuggini. Non bisognerebbe scendere al di sotto dei 2 mq per ospitare 2 tartarughe lunghe 6-7cm. Le tartarughe in natura dispongono di spazi sconfinati. Come per tutti gli esseri viventi, anche per le testuggini, il confort migliora con l’aumentare dello spazio a disposizione. Un mini terrario in vetro 50x35cm x 40cm di altezza, con cornice in legno, con predisposizione per due lampade, rispettivamente per illuminare e riscaldare, con lato anteriore realizzato con due ante scorrevoli, viene offerto al prezzo di 50-60 euro circa, cui aggiungere 15-20 euro di spese di spedizione, per gli acquisti online, senza considerare che per gli appassionati di bricolage e fai te, lo si può realizzare facilmente con pannelli di multistrato, incernierando come coperchio (apertura) un pannellino in plexiglass trasparente. Il terrario, comprato o realizzato con le proprie mani, deve essere opportunamente arredato. Dopo aver reso impermeabile il fondo, con l’apposizione di un telo di plastica, bisogna approntare una confortevole lettiera, fatta di torba, fogliame e pietre, da pulire giornalmente dagli escrementi delle tartarughe e sostituire periodicamente, in funzione del numero degli occupanti. All’ interno del terrario bisogna creare rifugi, sistemare abbeveratoi, poco profondi, dove le testuggini possono dissetarsi e fare il bagno. L’impegno per l’arredo dovrà essere maggiore se il terrario è destinato ad ospitare le testuggini in forma stabile. Il terrario deve essere illuminato e riscaldato, naturalmente o artificialmente, rispettivamente con la luce ed il calore del sole o con l’impiego di lampade e/o resistenze a basso voltaggio.
Per poterle lasciare libere di muoversi nel giardino, questo non deve presentare punti di debolezza, potenziali pericoli per l’incolumità delle testuggini, come scalini, terrazze a vari livelli, torrenti d'acqua, laghetti, piscine, presenza di animali, come gatti e cani, impiego di anticrittogamici e veleni vari. Il terreno deve essere sufficientemente drenato, in modo che non si formino grosse pozzanghere alle prime piogge. Il giardino deve essere recintato, per evitare che le tartarughe involontariamente finiscono in strada con ovvi pericoli. Le recinzioni vanno sufficientemente interrate, per evitare che gli ospiti scavando possano procurasi vie di fuga, nonché presentare un’altezza non scavalcabile. Il giardino deve prevedere zone soleggiate, in particolare durante le prime ore del mattino (le tartarughe amano stare al sole in questa fase della giornata), e zone riparate dal sole, grazie a tettoie o idonea vegetazione, fatta di arbusti e cespugli, ove ripararsi durante le ore torride della stagione estiva. Servendosi di mattoni, tegole, tavelle, ecc. bisogna creare rifugi, tanto graditi alle tartarughe, di una grandezza compatibile con la loro, dove possono ripararsi dal sole, dalle intemperie, utilizzarli per la notte o quale ricovero durante il periodo di letargo, se le condizioni climatiche della zona lo consentano e non richiedono che le testuggini vengano ricoverate in un terrario. Non può mancare l’acqua, di cui le testuggini hanno grande bisogno, sia per bere che bagnarsi.
Come è noto, la quasi totalità delle tartarughe di terra agli inizi dell'autunno si predispongono per andare in letargo. In presenza di zone climatiche miti, durante il periodo di letargo, le tartarughe vengono in genere lasciate nel giardino dove abitualmente vivono, provvedendo a monitorarle periodicamente, controllandone possibilmente il peso, che per l'intera durata del letargo non deve scendere di una percentuale superiore al 6 - 7% del peso iniziale. Ovviamente, è possibile procedere alla pesatura se risultano facilmente raggiungibile, nel senso che non si sono scavate buche nel terreno. Per affrontare e superare con successo il periodo di letargo, le tartarughe terrestri non devono presentare patologie o ferite ed in particolare essere sottopeso. Il periodo di letargo inizia verso la fine di ottobre e si protrae fino alla fine di marzo dell'anno successivo, salvo variazioni in funzione delle condizioni climatiche della zona. Infatti, per le regioni del Sud Italia il periodo di letargo si po’ più che dimezzare. E’ importante che le tartarughe iniziano questo periodo di inattività a stomaco completamente vuoto. In natura a tanto si preparano da sole, ma se allevate in cattività vanno stimolare in questa direzione, provvedendo a ridurre la quantità di cibo in prossimità dell’inizio di questo evento. Durante questo periodo, di quasi ibernazione, le testuggini rallentano il metabolismo al punto di non aver bisogno di alimentarsi. Perché il letargo non diventi un pericolo, a volta anche vitale, è fondamentale che la temperatura si mantenga di 4-5°C sopra lo zero. Con temperature più alte, le testuggine, anche se parzialmente, riprendono il metabolismo finendo per consumare tutte le risorse di grasso. Infatti, il metabolismo riprende di quanto basta per bruciare i grassi accumulati, ma non a sufficienza per riprendere l’alimentazione. Se invece la temperatura si avvicina o scende al di sotto dello zero, in assenza di un’efficacia protezione, la tartaruga va incontro al congelamento, con danni irreversibili. In alternativa al letargo all’ aperto, che può riservare brutte sorprese, soprattutto nelle aree del Nord, dove la temperatura spesso scende di diversi gradi sotto lo zero, rimanendoci anche per diversi giorni, spesso si opta per il cosiddetto letargo controllato. In pratica, sistemate in apposite scatole di cartone o cassette realizzate a mo di terrari con pannelli in multistrato, le tartarughe vengono trasferire in luoghi tipo cantine, garage, sottoscale, ecc,dove presumibilmente la temperatura è prossima a quella ideale, compresa tra i 4 ed i 7-8 gradi, o sistemate nei frigoriferi, dove la temperatura viene mantenuta costantemente intorno ai 4-6°C. Per le tartarughe che hanno trascorso il periodo di letargo all’ esterno, in giardino, il risveglio avviene spontaneamente. Quando la temperatura supera i 10° C, le tartarughe riattivano il metabolismo e lentamente riprendono la vita attiva. Per quelle che sono state oggetto di un letargo controllato, sarà cura dell’allevatore spostarle dal luogo protetto all’ esterno e guidarle al risveglio.
E’ fatta quasi esclusivamente di vegetali, con una piccola aggiunta di frutta e ortaggi, alimentazione costituita da 2/3 di acqua, ricca di calcio. Sono da evitare gli alimenti come pasta, pane, formaggi e in modo particolare non bisogna far mangiare loro la carne, in sintesi sono banditi tutti gli alimenti di origine animale. L’obiettivo, almeno per quelle che vivono in giardino, dovrebbe essere quello di realizzare un habitat molto simile a quello di cui dispongono gli esemplari che vivono liberi in natura. Un habitat dove gli ospiti possono trovare una serie di specie vegetali che possano mangiare tranquillamente: dall’ insalata alla lattuga, dalla cicoria alla scarola, dall’ ortica al radicchio, facendo attenzione che non siano presenti piante tossiche, come la pianta di pepe.
La convivenza è pacifica tra le tartarughe femmine, non altrettanto si può dire in presenza di più maschi che, per il controllo del territorio, si lasciano andare a lotte estenuanti, in particolare durante le stagioni dell’amore. Tra femmine e maschi la convivenza è più o meno pacifica, solo se il rapporto è stabilito secondo precise regole: 1 maschio per ogni 3-4 femmine.
Per la riproduzione le tartarughe depongono e sotterrano mediamente 3-5 uova, diciamo da 1 a 10, in funzione della specie e della grandezza dell’esemplare interessato. Le uova, coperte con uno strato di 10-15 cm di terra, schiudono trascorsi dai 60 agli 80 giorni circa, in funzione della temperatura. In genere deposte all’ inizio dell’estate, schiudono a fine estate-inizio autunno. In natura, le testuggini raggiungono la maturità all’ età di 12-14 anni circa, età che si dimezza se allevate in cattività , a causa delle mutate condizioni di vita. Se allevate in cattività nel proprio giardino, è opportune assisterle durante i primi mesi di vita, sistemandole in un terrario, per alimentarle a sufficienza e per sottrarle dai numerosi pericoli cui vanno incontro quando ancora piccole. Non a caso, in natura ne sopravvivono meno della metà , mentre in cattività sono pochissime quelle destinate a non diventare adulte. Per essere certi di intervenire appena le uova schiudono, prima che le piccole testuggini si disperdano per l’intero giardino, bisogna cercare di individuare l’area di presunto interro delle uova e recintarla, in modo che si evita di calpestare le uova o le piccole mentre nascono e nello stesso tempo si riescono a recuperare le neonate prima che si disperdono per il giardino. Nelle aree rigide del Centro Nord, per assicurare alle uova la necessaria temperatura durante il periodo di incubazione, vengono recuperate e sistemate in apposite incubatrici, realizzabili anche artigianalmente. Una curiosità : il sesso delle nasciture dipende dalla temperatura; con una temperatura che si mantiene di qualche grado al di sotto dei 30°C, la quasi totalità saranno maschi, mentre con temperature di qualche grado superiori ai 30°C, le nuove arrivate saranno quasi tutte femmine.
Non sono conosciute come portatrici di malattie specifiche, con eccezione della specie trachemys scripta elegans, tartarughe d’acqua dolce, dalle orecchie rosse, di cui è stata vietata la vendita, perché portatrici di salmonella. Come per tutti gli animali allevati in cattività , per tenere lontano qualsiasi forma di contagio o trasmissione di malattie, dagli animali alle persone e viceversa, l’igiene è fondamentale. Non possono mancare le normale precauzioni, come tenere la lettiera pulita dagli escrementi, per gli ospiti tenuti nei terrari, o lavarsi le mani dopo essere venuti a contato con loro o con il loro habitat.
A differenza delle tartarughe acquatiche, le testuggini o tartarughe terresti sono erbivore. In natura, ma anche in cattività , si nutrono di verdura e vegetali, in particolare erba, in misura minore frutta e bacche, solo eccezionalmente di qualche insetto, per gli esemplari che vivono all’ aperto. Dall’ alimentazione delle tartarughe di terra vanno, pertanto, banditi tutti i prodotti di origine animale, principalmente la carne.
Sono animali timidi, ma possono diventare aggressivi. Quelle più grandi se non maneggiate correttamente, oltre che graffiare, possono mordere. Vanno prese dal carapace (guscio), dal loto posteriore.
Nonostante specie erbivora, la cui alimentazione è fatta essenzialmente di vegetali, frutta, verdura e ortaggi vari, quindi per circa il 65% di acqua, hanno bisogno di bere molta acqua.
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