La potatura, da attuare nel rispetto del portamento naturale della pianta, si concretizza in tagli da eseguire con tecniche precise, al fine di conseguire l’obiettivo prefissato, come massimizzare la produzione per gli alberi da frutto, migliorare la qualità dei fiori in floricoltura, realizzare la forma pensata nell’arte bonsai, favorire la circolazione dell’aria all’interno della chioma, consentire alla luce di raggiungere ogni punto della pianta, evitando di esporre la pianta all’attacco di insetti e patogeni vari. Importante è non perdere di vista che la potatura è una pratica inventata dall’uomo per proprie finalità , non sempre gradita dalle piante. Accennato brevemente alle finalità della potatura, vediamo quando e come potare.
In linea generale, il periodo migliore per gli interventi di potatura più significativi coincide con la fine dell’inverno, periodo di riposo vegetativo, dopo la caduta delle foglie, anche se non mancano potature a verde o estive, da eseguire durante le stagioni calde, con lo scopo di contenere la vegetazione delle piante più esuberanti, perseguire un miglior equilibrio tra vegetazione e produzione o per correggere le conseguenze di precedenti interventi non eseguiti a regola d’arte. I periodi meno indicati coincidono con l’emissione e la caduta delle foglie, mentre soft interventi, per eliminare rami secchi, spezzati o comunque interessati da patologie, possono essere eseguiti in qualunque momento.
1-con attrezzi affilati e disinfettati, eseguendo tagli netti, senza sfrangiature ed inclinati verso il basso, in modo da evitare il ristagno dell’acqua piovana sulla ferita, potenziale causa di infezioni;
2-se l’obiettivo è quello di rimuovere l’intero ramo, eseguire il taglio in prossimità del tronco, senza lasciare monconi, ma nello stesso tempo evitando i tagli raso tronco, che finirebbero per danneggiare il colletto del ramo, punto di raccordo tra ramo e tronco, che rappresenta una barriera naturale agli attacchi parassitari e velocizza la cicatrizzazione del taglio;
3-se l’obiettivo è quello di accorciare il ramo, eseguire il taglio a 7-8mm al di sopra della gemma, in modo da non danneggiarla, ma nello stesso tempo non creare monconi;
4-in caso di taglio con il seghetto, per evitare lo strappo nel momento in il ramo tende a staccarsi, incidere il ramo di qualche cm nel punto di presunto distacco, prima di iniziare il taglio dall’alto verso il basso
5-trattare con mastice cicatrizzante le ferite relative ai tagli più grandi, che hanno interessato le branche principali, tenendo presente che il miglior cicatrizzante resta il taglio eseguito correttamente, nel rispetto del collare, barriera protettiva naturale, mentre non mancano dubbi circa l’efficacia dei mastici cicatrizzanti.
Tagli di ritorno: sono interventi eseguiti per contenere e/o ridimensionare la chioma. In pratica, si accorciano i rami, operando il taglio dopo una ramo laterale, in modo che quest’ultima prende il posto della gemma apicale tagliata. Perché l’operazione dia il risultato sperato, la diramazione laterale deve presentare una buona consistenza, con un diametro pari almeno ad 1/3 di quello del ramo rimosso.
Interessa i primi 4-5 anni di vita della pianta, almeno per le specie da frutto. Alla potatura di allevamento fanno capo gli interventi da eseguire durante la fase giovanile della pianta, periodo durante il quale la stessa è ancora improduttiva. Sono questi gli interventi che mirano a formarne lo scheletro, che con minor stress assicurano il miglior risultato circa la forma e la dimensione, rispetto ad eventuali interventi tardivi. Durante i primi anni di vita della pianta, un ruolo importante giocano gli interventi di potatura a verde, che consentono di correggere e/o rimuovere la vegetazione indesiderata. In pratica, si cerca di guidare la pianta in modo che da adulta presenta una forma prossima a quella desiderata. Si può optare per una forma cosiddetta in volume, che asseconda la struttura naturale della pianta o per una forma cosiddetta appiattita, che altera il portamento naturale della specie, da realizzare con un numero maggiore di interventi. Alla prima appartengono la forma libera, il fuso ed il globo, mentre alla seconda fanno capo la forma a bandiere, a U, doppia U, a candelabro, ecc. Le forme del secondo gruppo presentano il vantaggio di consentire al sole e alla luce di servire ogni punto della pianta, a beneficio della salute e della produzione.
Ad essa fanno capo gli interventi che cercano di migliorare, consolidare e conservare nel tempo, il risultato raggiunto con la potatura di allevamento, interventi da eseguire nel rispetto di certe regole:
Da eseguire alla fine dell’inverno, durante il periodo di riposo vegetativo, persegue l’obiettivo di stabilire il giusto equilibrio tra vegetazione e produzione (di fiori e/o di frutti), favorendo quest’ultima. A secondo che la specie fiorisce/fruttifica su rami dell’anno o quelli dell’anno precedente, l’intervento sarà rispettivamente più drastico o meno drastico.
Tecnica non vista di buon occhio. Prevede la drastica rimozione della chioma o delle branche primarie (rami laterali, particolarmente significativi), che comporta:
cimatura; spollonatura e scacchiatura. Con la spuntatura o cimatura si spunta la cima del ramo, per stimolare le gemme presenti al di sotto del taglio. Con la spollonatura, durante l’estate, si eliminano i polloni presenti ai piedi della pianta. Con la scacchiatura si sfoltiscono i germogli, cominciando da quelli più esili o con andamento irregolare.
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