Abilitazione insegnamento

Articolo realizzato dalla redazione
Informazioni sulla redazione

L’abilitazione all’insegnamento è stata, per molti anni, una vera e propria utopia per quanti, precari, continuavano ad insegnare, facendo ricorso alle graduatorie d’istituto di terza fascia: troppo selettivo e troppo lungo il processo concorsuale di ammissione alla scuola di specializzazione d’istruzione secondaria (SSIS).

Con il nuovo decreto Gelmini, pare che qualcosa di nuovo si stia muovendo sotto l’orizzonte “scuola”.

Introduzione

Con il voto al Senato della VII commissione sul nuovo regolamento sulla formazione degli insegnanti, è stata varata una nuova procedura selettiva per il conseguimento dell’abilitazione: abolite le SSIS, per lunghi anni uniche scuole di specializzazione in grado di fornire il titolo abilitativo, il nuovo decreto (n. 249) firmato e reso noto dal ministro Maria Stella Gelmini, mira ad estrapolare, dal contesto SSIS, quanto di più favorevole e utile per le nuove leve d’insegnanti, garantendo professionisti preparati e ottimi metodi educativi.

Per prima cosa, per poter diventare un maestro o un professore sia per la scuola primaria (che racchiude la scuola dell’infanzia e quella elementare) che per quella secondaria (che si distingue a sua volta in una scuola di primo grado, ovvero le scuole medie, e una di secondo grado, ovvero i licei e gli istituti, etc...) è necessaria una laurea : i nuovi iscritti verranno già inseriti nel solco delle nuove abilitazioni, con numeri chiusi per l’accesso alle lauree specialistiche, da cui poi saranno direttamente proiettati nel TFA.

I laureati degli anni passati, che non hanno ancora conseguito l’abilitazione, possono partecipare ad una procedura di selezione concorsuale, che possa consentire loro di accedere, previo superamento del concorso, al tirocinio formativo attivo.

Dopo un anno di tirocinio e dopo aver sostenuto una prova finale, verrà conseguita l’abilitazione.

Il percorso di studi

Per diventare insegnanti di scuola statale ed ottenere, quindi, l’abilitazione è necessaria una laurea specialistica (secondo i nuovi decreti D.M. 509 e D.M. 207).

Il corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria, ha una durata complessva di 5 anni, a conclusione dei quali si è abilitati per l’insegnamento nelle scuole dell’infanzia e nella scuola primaria (ex elementare): il tirocinio formativo è, però, obbligatorio a partire dal terzo anno, per il conseguimento di un punteggio valido ai fini della laurea.

Per diventare docente nella scuola secondaria, sia di primo che di secondo grado, occorrono una laurea triennale seguita da una laurea specialistica, a cui si avrà accesso tramite una procedura di selezione a numero chiuso: concluso il percorso di studi, il candidato avrà libero accesso al TFA.

I laureati di vecchia data, non in possesso dell’abilitazione, ma già insegnanti precari, possono partecipare al TFA, dopo il superamento di un concorso, che ne garantirà l’accesso e la frequentazione.

Il libero accesso al tirocinio formativo attivo (TFA) è, comunque, vincolato dal regolamento sancito dal decreto ministeriale n. 249, emanato il 10 settembre 2010: prima d’intraprendere la carriera magistrale, è fondamentale consultare le varie classi di concorso. Una classe di concorso stabilisce le materie che possono essere insegnate in un determinato istituto e sancisce la formazione di una graduatoria sulla base del punteggio accumulato.

Il tirocinio formativo attivo

L’abilitazione all’insegnamento si ottiene mediante il tirocinio formativo attivo, valido per tutte le scuole (sia quelle di primo che quelle di secondo grado).

Con il decreto ministeriale n. 249, datato 10 settembre 2010, il Ministro Gelmini, con il presidente della commissione Giorgio Israel, ha attivato questa nuova procedura di formazione per i docenti.

Si attendono i bandi di concorso definitivi, da parte del Ministero dell’Istruzione, per stabilire i posti disponibili e i dettagli per la partecipazione alla prova concorsuale.

Lo scopo di questo tirocinio formativo è quello di legare la pratica alla teoria, già appresa nei diversi percorsi di studio: le vecchie SSIS, di durata triennale, alle quali si accedeva comunque tramite una procedura di selezione, non erano altro che un’ulteriore ripetizione delle materie, già oggetto di studio presso le università.

Il tirocinio formativo attivo è finalizzato all’acquisizione, da parte dei nuovi insegnanti, non soltanto delle conoscenze specifiche per ciascuna classe di insegnamento (di cui già si dovrebbe essere in possesso), ma soprattutto delle metodologie didattiche e delle specifiche conoscenze psico - pedagogiche, grazie al contatto diretto con il mondo della scuola.

Il fine ultimo è quello di creare professionisti competenti, preparati e che si muovano nel solco dell’ordinamento vigente.

Gli immatricolati in tutte le università italiane, a partire dall’anno accademico 2010 - 2011, hanno libero accesso al TFA; i laureati di vecchio ordinamento, non ancora abilitati, potranno accedere all’anno di tirocinio formativo mediante una prova selettiva.

Il concorso sarà bandito da tutte le università italiane che partecipano al progetto e i requisiti di ammissione sono gli stessi con i quali si accedeva alla SSIS.

Questa prova selettiva, fssata dal MIUR, si articola in due parti: un test scritto di cultura generale, con votazione espressa in sessantesimi, e una prova orale con votazione espressa in ventesimi.

La prova di concorso verterà, comunque, sulle materie specifiche di ciascuna classe d’insegnamento: per gli insegnanti abilitanti in lingue classiche (latino e greco) e in lingue moderne sarà inserita una prova di traduzione; per gli abilitanti in discipline umanistiche una prova di analisi dei testi; per gli abilitanti nei settori artistici e musicali una prova pratica.

Il test scritto prevede 60 domande, con quattro opzioni di risposta, da risolvere in un tempo massimo di due ore: per poter essere ammessi alla prova orale, sarà necessario un punteggio minimo di 48/60. La prova orale sarà altamente specialistica e necessiterà di un punteggio minimo di 15/20.

I vincitori del concorso saranno ammessi al TFA, di durata annuale.

Presso gli Uffici scolastici regionali, saranno resi noti gli elenchi delle scuole che aderiscono al progetto e che forniscono la propria disponibilità per attuare i tirocini: sotto la guida di un tutor, ogni tirocinante svolgerà attività pratica per un totale di 475 ore (di cui almeno 75 con i disabili) e la formazione sarà multi- sfaccettata e altamente specifica.

Aumentano le ore di laboratorio e di attività pratica, diminuiscono le attività in aula.

Il tirocinio può dirsi concluso, dopo il superamento della prova finale.

Dopo il TFA

Una volta concluso il tirocinio ed ottenuta l’abilitazione, il “nuovo” docente avrà diritto ad essere inserito nelle graduatorie, sia di prima sia di seconda che di terza fascia, e potrà accumulare punteggio, così come avveniva con le vecchie procedure.

Consigli e suggerimenti

Per ottenere in tempi più brevi l’abilitazione all’insegnamento in Italia, molti ricorrono all’iscrizione ad un corso, presso una delle università spagnole abilitate, che consente di conseguire l’abilitazione in Spagna e il successivo riconoscimento in Italia.

Per seguire questo iter è necessario, innanzitutto, omologare il proprio titolo di studio (laurea) in Spagna; poi iscriversi ad una qualsiasi università spagnola per ottenere il CAP (Certificado de Aptitud Pedagocica). Il CAP viene rilasciato dall’università, previa frequentazione di un corso abilitante. Una volta terminato questo corso, che dura all’incirca tre mesi, il titolo e l’abilitazione possono essere riconoscuti in Italia, facendo richiesta diretta al Ministero che considera il CAP titolo equipollente alla ex - SSIS italiana.

Informazioni Sugli Autori:

Articolo realizzato dalla redazione
Informazioni sulla redazione

Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire funzioni social e analizzare il traffico. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie e dichiari di aver letto la nostra Cookie Policy e la Privacy Policy. Per saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la nostra Cookie Policy.