Adottare un bambino è una scelta di grande amore e coraggio nei confronti di una piccola creatura destinata ad una vita forse infelice, ma sicuramente non facile. Le statistiche mostrano come negli ultimi decenni le richieste di adozione siano aumentate notevolmente, sia per quanto concerne le adozioni nazionali sia quelle internazionali. Eppure, l’iter burocratico da seguire è ancora lungo, irto di ostacoli, e solo chi crede veramente in quello che sta facendo può trovare la forza di superarlo, senza abbattersi sin da subito.
E’ difficile stabilire perchè si dovrebbe adottare un bambino e chi dovrebbe farlo, sebbene infatti cercare di dare una casa ad un bambino in difficoltà sia una scelta ammirevole va detto anche che non sempre l’inserimento del minore e la sua integrazione nella famiglia è semplicissima. Di solito adottano un bambino soprattutto le coppie che non possono avere figli propri, a causa dell’infertilità di uno dei due coniugi, anche se non mancano casi di famiglie già formate che sentono il desiderio di allargarsi ulteriormente, accogliendo altri bambini attraverso l’adozione. Ad ogni modo durante il percorso di adozione, sono previsti degli incontri con degli psicologi che aiutano i futuri genitori a capire quali sono le motivazioni della loro scelta. Spesso infatti, dietro la decisione di adottare un bambino ci sono delle scelte avventate, in quanto si apprende dalle analisi che non si potrà diventare genitori e si cerca semplicemente di colmare il vuoto che si sente dentro, oppure si vuole diventare genitori di un bimbo specifico, scelto ad immagine e somiglianza della coppia; lo psicologo valuterà l’assenza di tutte queste condizioni, e capirà strada facendo quali sono le intenzioni della coppia, valutando dunque se la scelta di adottare è davvero dettata solo ed esclusivamente dalla presenza di un grande amore da donare a chi ne ha più bisogno.
La decisione sull’età del bambino da adottare spetta sempre ai genitori, il Tribunale può intervenire solo nel caso in cui la differenza tra l'età dei genitori e quella del bambino da adottare sia inferiore a 18 anni o più di 45 anni. Tuttavia è palese che adottare un neonato comporta meno problemi, sia perché il rischio giuridico è meno elevato, sia perché in futuro il bambino presenterà pochi problemi di inserimento nella sua nuova famiglia. Questo porta sempre più coppie a richiedere l’adozione di un neonato, lasciando nelle Case Famiglia tanti altri bambini più grandicelli e ugualmente bisognosi d’amore.
Anche in questo caso, è la coppia che decide se presentare la richiesta di adozione nazionale o internazionale. In genere prevalgono le richieste di adozione nazionale, in quanto oltre ad essere a costo zero sono anche più veloci, e il bambino non sarà troppo “diverso” dai genitori adottivi.
Effettivamente adottare un bambino straniero è più difficoltoso; vediamo di seguito per ogni nazione come ci si comporta in caso di adozione.
I paesi africani in genere sono quelli che si fanno pagare di meno nelle adozioni, tuttavia c’è da mettere in conto che la burocrazia africana è molto lenta, e i viaggi per spostarsi fino in Africa sono molto disagevoli e a rischio di malattie, per cui spesso i futuri genitori tendono a scartare l’opzione di adottare in Africa.
Le richieste di adozioni di bambini haitiani hanno conosciuto un significativo aumento dopo il terremoto del 2010 che ha lasciato molti bambini orfani e senza casa;tuttavia esiste un solo ente autorizzato alle adozioni haitiane, e ci sono già molte coppie in lista d’attesa, per cui l’adozione di un bimbo haitiano può non essere facilissima.
I requisiti per poter intraprendere una procedura di adozione sono identici sia nel caso in cui preferiate un’adozione internazionale sia nel caso in cui invece preferiate un’adozione nazionale. Innanzitutto, la coppia deve essere regolarmente sposata, e il rapporto tra i coniugi deve essere stabile, cioè provato da almeno tre anni di matrimonio o comunque tre anni di convivenza prima del matrimonio; non devono esservi in corso, né esserci stati in passato, periodi di separazione tra i coniugi; l’età dei coniugi deve superare quella del figlio adottivo di almeno 18 anni, ma di non più di 45; la coppia deve essere in grado di mantenere il figlio adottivo, non solo economicamente, ma anche a livello di istruzione ed educazione (questo sarà verificato attraverso il lavoro dei Servizi Sociali una volta ricevuto il via libera dal Tribunale).
La procedura per adottare un bambino varia a seconda del tipo di adozione che intendete intraprendere, cioè se intendete adottare un bambino italiano, secondo la legge italiana, oppure se intendete invece adottare un bambino straniero, secondo la legge del paese in cui il bambino risiede. Le prime procedure burocratiche sono identiche in entrambi i casi: innanzitutto ci si deve rivolgere al Tribunale dei minorenni del territorio di appartenenza, presentando la domanda di adozione (o le domande, nel caso vogliate presentare la domanda sia per l’adozione nazionale che internazionale); in tale domanda i coniugi sottoscrivono di essere in possesso dei requisiti necessari all’adozione, ed indicano il loro reddito annuo, la composizione della loro casa e quella della loro famiglia, allegando i documenti richiesti.
Una volta che questa domanda verrà vagliata inizierà la fase di verifica da parte del Tribunale, in cui i Servizi Sociali si occuperanno di studiare la storia dei genitori e della coppia, sottoponendoli a controlli continui, gli psicologi verificheranno le motivazioni della coppia, e le forze dell’ordine si occuperanno di controllare che nessuno dei due coniugi abbia precedenti penali;
infine, non resterĂ ai genitori che attendere una convocazione da parte del Tribunale, che a questo punto specificherĂ il tipo di adozione deciso per quella coppia, e darĂ il via alle relative procedure.
La domanda di adozione è valida per tre anni, quindi se non si dovesse ottenere un responso dal tribunale entro questo lasso di tempo, tale domanda sarà considerata scaduta e bisognerà ripresentarla.
il Tribunale vi affiderà finalmente un minore, ma prima dell’adozione definitiva dovranno succedersi un primo periodo di Collocamento provvisorio del bambino a casa vostra, in cui voi sarete semplicemente i tutori del vostro futuro figlio, e un secondo periodo di Affidamento Preadottivo, in cui assistenti sociali e psicologi valuteranno l’inserimento del bambino nella vostra famiglia. Tali periodi di preaffidamento sono volti ad evitare il cosiddetto rischio giuridico, cioè il rischio che il bambino debba tornare alla famiglia d’origine; il periodo in cui tale rischio può verificarsi è pari a circa due mesi nel caso in cui il bambino sia un neonato, e la madre lo abbia abbandonato e quindi non lo abbia riconosciuto, oppure pari ai 30 giorni successivi al decreto di adottabilità del bambino, nel caso in cui il bambino sia più grandicello, e uno dei parenti decida di volerlo con sé. Se tale rischio non si verifica, si passerà , previa comunicazione del Tribunale, all’adozione vera e propria.
L’iter per l’adozione nazionale in genere si conclude in uno, massimo due anni dalla presentazione della domanda di adozione.
Se tutti i documenti sono in regola e la coppia è risultata positiva a tutte le verifiche del Tribunale, quest’ultimo emette un Decreto di Idoneità per i futuri genitori, con il quale essi sono autorizzati a rivolgersi ad un ente apposito tra quelli autorizzati dalla Commissione per le Adozioni Internazionali. Inizia quindi la fase di ricerca, che culmina nell’individuazione di un bambino adottabile, e nel momento più emozionante dell’intera procedura: l’incontro dei genitori con il loro futuro figlio, nel suo paese d’origine. Se tutto va bene, al rientro dei genitori in Italia si darà il via alle pratiche di adozione del bambino, che riceverà la nazionalità italiana e potrà divenire a tutti gli effetti parte della sua nuova famiglia.
Tuttavia anche in questo caso possono verificarsi dei problemi, principalmente dovuti all’insorgere di problemi tra l’Ente italiano e quello straniero, o problemi di incompatibilità tra la coppia e il bambino; tutti i documenti che accertano tale incompatibilità dovranno comunque essere spediti al Tribunale italiano che li esaminerà attentamente.
L’iter per l’adozione internazionale è più lungo rispetto a quello dell’adozione nazionale, e prevede un periodo che può andare fino a tre anni prima che l’adozione possa dirsi riuscita.
Se decidete di adottare in Italia, i costi sono nulli. Diverso invece il caso delle adozioni internazionali: qui i costi variano in base al paese in cui volete adottare, raggiungendo anche quote proibitive come 30.000€, in più in questo secondo caso dovrete tenere in conto che le spese per andare a visitare il bambino nel suo paese d’origine, sia per il vitto che per l’alloggio, saranno interamente a carico vostro.
Per chi non se la sente di fare un passo così importante come l’adozione ma vuole comunque aiutare i bambini in difficoltà , ci sono due forme alternative di adozione.
Si tratta dell’aiuto temporaneo offerto da una persona single o in coppia (sia non coniugata che non coniugata) ad un minore che vive una situazione di disagio nella sua famiglia di origine per svariati motivi; non è quindi una situazione definitiva e non prevede particolari vincoli o obblighi, se non quello dei necessari controlli sia sulla famiglia affidataria che sul bambino da parte dei Servizi Sociali.
L’adozione a distanza prevede il versamento, da parte di singoli o famiglie, di una quota con una cadenza decisa dal contribuente, in genere mensile o semestrale, a favore di un bambino che vive in un paese estero molto povero, ma che comunque ha una famiglia e una casa, per cui non può essere considerato adottabile. La quota che il bambino riceve viene interamente spesa per comprare a lui e alla sua famiglia beni di prima necessità , attrezzature utili per lavorare, e per fornirgli un’adeguata istruzione. Tale tipo di adozione avviene tramite enti preposti, quali Action Aid o Save The Children, ma l’Ente per eccellenza in questo campo è l’Unicef, il fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, che ha già una comprovata esperienza in questo campo e pertanto risulta il più affidabile.
Al contrario di quanto si possa pensare, l’adozione da single non è esclusa a priori dalla legge italiana, ma semplicemente ristretta a un limitato numero di casi; tale “adozione sussidiaria” si ha: nel caso in cui il single sia parente del bambino da adottare, fino al 6° grado di parentela, e il bambino sia orfano; nel caso in cui un coniuge adotta il figlio di un altro coniuge; nel caso di bambini orfani e portatori di handicap; nel caso in cui non è possibile l’affidamento preadottivo.
In Italia non è possibile che una coppia gay adotti un bambino in quanto è necessario che la coppia sia sposata, e una coppia gay non può essere sposata in Italia poiché la legislazione lo vieta.
In genere si tratta di adottare due fratellini, che risentono meno del distacco dalla famiglia di origine se adottati in coppia. In questo caso si hanno maggiori possibilità di adozione, in quanto la richiesta di questo tipo di adozioni è più ampia.
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