Calligrafia e personalità

Articolo realizzato dalla redazione
Informazioni sulla redazione

    Indice Articolo:
  1. La grafologia:origini
  2. Corsivo e stampatello nella personalità
  3. La firma
  4. Grafia e personalità parallele

La calligrafia, la scrittura intesa nella sua forma estetica, e la personalità, intesa come l’insieme delle caratteristiche peculiari di ognuno, vanno a braccetto. Interpretare la calligrafia è possibile e il risultato di tale analisi ci dice chi siamo.

Esiste una metodologia che si occupa di interpretare la calligrafia ai fini di analizzare la personalità e la psicologia di un individuo, essa è la “grafologia”, utilizzata oggi in diversi ambiti, da quello giuridico a quello medico-psicologico; questa è una pratica dalle origini molto antiche.

La grafologia: cenni sulle origini.

Lo studio dei tratti grafici per individuare gli aspetti salienti del proprio “io” ha origine in Cina ai tempi del filosofo Confucio (551 a.C. - 479 a.C.). Questi riteneva che la scrittura potesse mostrare la nobiltà o la rozzezza d’animo di un individuo. In Italia la grafologia fa la sua comparsa intorno alla metà del 1500 con Camillo Baldi e il suo scritto "Come da una lettera missiva si conoscano la natura e le qualità dello scrivente”.

Ad oggi si possono distinguere due principali scuole grafologiche per l’interpretazione calligrafica: italiana e francese.

La scuola italiana.

La scuola italiana di grafologia va a sua volta suddivisa poiché si avvale di due metodi differenti: quello del francescano Girolamo Moretti e quello dello studioso Marco Marchesan.

Girolamo Moretti (Recanati 1879 - Ancona 1963) ha basato la sua tecnica su tre elementi: grafometria, semeiotica e simbolismo razionale.

La grafometria si basa sulla quantificazione dei segni attraverso l’attribuzione a ciascuno di essi di un “peso” in termini di decimi di grado. L’attribuzione avviene valutando quantità, ovvero numero di volte in cui si presenta un segno in una grafia, e intensità, ovvero modalità con cui si esprime tale segno. Ogni segno va però considerato in relazione a tutti gli altri e quindi non va valutato come singolo.

Nella semeiotica morettiana i segni o nascono dall’intelletto o dalla volontà.

L’elemento più importante è dato dal simbolismo relazionale. Secondo Moretti la relazione che sussiste tra le singole lettere esprime il rapporto che c’è tra chi scrive e il prossimo. Solo grazie a questo possiamo sapere che tipo di personalità abbiamo. Per analizzare la calligrafia si prendono in esame:

Marco Marchesan (Gorizia 1899 - Milano 1991), rileggendo in chiave critica i trattati grafologici del Moretti, ha dato vita a ciò che oggi è conosciuta come “Psicologia della scrittura”. Si tratta di una vera e propria tecnica strutturata scientificamente e che ha trovato riscontro non solo a livello internazionale, ma anche in campo giudiziario attraverso l’analisi delle perizie grafiche.

Marchesan ha individuato circa 226 segni grafici valutando la scrittura in relazione a dei parametri : accessori, andatura, chiarezza, concisione, elementi (aste, filetti, raccordi, occhielli e asole), grandezza, moti speciali, pendenza, ricci, rigo, segni complessi, spazi.

Secondo Marchesan l’analisi della calligrafia deve essere svolta su 20 righe, scritte su di un foglio bianco, in corsivo e apponendo la propria firma.

La scuola francese di grafologia.

La scuola francese trova i suoi fondatori in Jean Hippolyte Michon e Jule Crepieux - Jamin.

Michon da molta importanza alla spontaneità del movimento scrittorio e proprio per questo ritiene che le lettere finali di ogni parola siano più di tutte espressione della spontaneità di un individuo e dunque espressione della sua personalità. Inoltre per Michon più una lettera è bella più colui che la scrive si avvicina alla perfezione tanto intellettiva quanto spirituale.

Jule Crepieux - Jamin fu allievo ed erede di Michon nonché fondatore della “Societé Francais de Graphologie”. Egli basa la sua analisi grafologica su sette elementi: continuità, dimensione, direzione, forma, impaginazione, pressione e velocità.

Corsivo o stampatello nell'analisi della personalità.

In sede di analisi la scrittura corsiva viene preferita allo stampatello perché risulta essere più spontanea dato la velocità di esecuzione della scrittura, ma anche maggiormente personalizzabile. Lo stampatello tende, infatti, ad utilizzare tratti grafici convenzionali. Ci sono, però, soggetti che utilizzano lo stampatello quotidianamente, in questo caso ci si troverà di fronte ad una vera e propria personalizzazione dei grafemi. Diversi sono i motivi del perché si sceglie di utilizzare abitualmente lo stampatello anziché il corsivo: perché si ha una calligrafia illeggibile e quindi scrivere in stampatello è un modo per farsi comprendere da chi ci sta leggendo.; si è convinti di avere una “brutta grafia” e quindi non si vuol essere giudicati negativamente; si è riservati, freddi e distaccati e per questo si preferisce utilizzare una scrittura dai segni grafici conosciuti piuttosto che mostrare la propria grafia.

La firma: elemento essenziale nello studio della grafologia.

La firma si configura come un elemento importante della calligrafia per interpretare a pieno la personalità di un soggetto.

Colui che firma usando una grafia diversa rispetto al corpo del testo e rispetto alla propria grafia solita ha una personalità debole, priva di stima per sé stesso. Attraverso un cambiamento apportato alla firma cerca un modo per proporsi agli altri sotto una veste migliore.

Colui che firma a destra del foglio ha un carattere estroverso e socievole. Al contrario chi la pone a sinistra ha un carattere introverso e poco cordiale. Firmare al centro del foglio potrebbe significare insicurezza e per questo indice di una personalità egocentrica.

Due grafie, due personalità parallele.

E’ possibile che uno stesso individuo nella stesura di un medesimo testo o a seconda dei giorni e delle situazioni scriva con due calligrafie totalmente diverse fra loro. A tal proposito parliamo di una grafia “pluristile” e di “ personalità speculari”. Dall’analisi dei tratti grafici in base alle modalità viste fino ad ora sapremo quali elementi caratteriali contrapposti sono presenti in noi. In alcuni casi avere una grafia pluristile indica la mancanza di un’identità precisa, magari di una personalità ancora in fase di assestamento (periodo adolescenziale) o, in casi estremi, di problemi di ansia e instabilità emotiva.

Informazioni Sugli Autori:

Articolo realizzato dalla redazione
Informazioni sulla redazione

Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire funzioni social e analizzare il traffico. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie e dichiari di aver letto la nostra Cookie Policy e la Privacy Policy. Per saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la nostra Cookie Policy.