Cercare di capire come aiutare un alcolista è una vera e propria impresa: il più delle volte la persona che volete aiutare vi avvertirà come nemici e difficilmente sarà ben disposto nei vostri confronti.
La dipendenza dall’alcol è una patologia a tutti gli effetti: conoscere la reazione che ogni organismo ha all’alcol e le conseguenze che questa patologia apporta è indispensabile per risolvere questo problema.
Introduzione
L’alcol etilico è il prodotto della fermentazione di prodotti naturali: carboidrati e lievito in primis. Si tratta di una vera e propria droga, il cui abuso può compromettere le facoltà mentali, a causa delle sue elevatissime proprietà psicoattive.
Già i cacciatori e gli allevatori preistorici conoscevano l’effetto dei frutti fermentati; gli Egizi sacrificavano alle divinità il vino e la birra e i Greci utilizzavano il vino come fattore di coesione sociale nel simposio.
Il XVI secolo segnò l’inizio dello sconvolgimento “da alcol” dovuto all’industrializzazione e alla diffusione su larga scala di alcol.
Gli effetti dell’alcol sul nostro organismo sono molteplici: euforia, perdita del’autocontrollo, disinibizione. Generalmente si raccomanda di non superare le quattro dosi per tre volte la settimana, ma gli effetti e i risultati dell’alcol variano in base al volume e al peso del corpo, in base all’alimentazione e alla predisposizione dei centri nervosi.
Chi è più spesso vittima dell’alcolismo
Recentemente è stato dimostrato che, alla base dell’alcolismo, vi possono essere anche dei fattori ereditari: il tutto dipende dalla capacità, da parte dei centri nervosi, di metabolizzare la sostanza alcolica e di meglio predisporre le funzioni dei centri nervosi.
Solitamente a scivolare nel baratro dell’alcolismo sono tutti gli individui affetti da gravi patologie psichiatriche, quali ansia, depressione, attacchi di panico: l’alcol viene visto come un rifugio, una sorta di mondo parallelo, in cui si può smettere di pensare ai propri problemi.
Intervengono nel delineare il profilo dell’alcolista anche dei fattori sociali: il troppo stress o il lavoro in determinati contesti troppo a contatto con il pubblico, inducono a fare dell’alcol una vera e propria valvola di sfogo per le proprie frustrazioni.
Come riconoscere un alcolista: patologie e disturbi
Per gli occhi di un esperto, è molto semplice riconoscere un alcolista: il bevitore è molto aggressivo, non ha prontezza di riflessi e la perdita dell’autocontrollo lo induce a balbettare e a perdere il senso dell’equilibrio.
La mancanza di sensibilità al dolore e la scarsa reattività dei nervi adibiti alla locomozione, unitamente ad uno stato di incoscienza e ad un vomito compulsivo, delineano il profilo dell’alcolista.
Tuttavia, al di là di questi aspetti meramente occasionali, c’è un qualcosa di molto più profondo nell’animo di ogni alcolista: l’alcolista ha perennemente lo sguardo perso nel vuoto, non cura più il suo aspetto estetico e tende a rifuggire gli altri, mostrando poco, se non nessuno, interesse verso la propria famiglia e il proprio lavoro, tentando continuamente di estraniarsi.
L’alcolista beve in ogni momento della giornata, da solo o in compagnia, e non riesce a percepire i limiti che non deve superare: solitamente lo fa di nascosto, nasconde le bottiglie e nega ogni accusa, anche di fronte all’evidenza.
L’alcolista diventa bugiardo ed inaffidabile, insensibile di fronte ad ogni cosa e ad ogni problema: per di più, avverte l’esigenza di bere in prossimità di avvenimenti o prove importanti.
Come affrontare il problema dell’alcolismo: aiutare un alcolista
Non è facile aiutare un alcolista, soprattutto se non si dispone dei mezzi necessari per farlo: se avete intenzione di intraprendere questa strada, consultate prima gli enti preposti a questo scopo (Centri di alcologia, le associazioni di alcolisti anonimi, i centri di salute mentale) per avere qualche consiglio.
E’ meglio tenere presente che, soprattutto all’inizio, l’alcolista vi vedrà come un ostacolo e come una persona da tenere lontana: non siate troppo duri, ma neppure troppo permissivi, cercate il dialogo con queste persone, cercando di evitare i litigi e i troppi rimproveri, perchè finireste con il peggiorare la situazione.
L’arma psicologica può essere un ottimo rimedio, ma dovete sempre cercare di dosare le parole: mantenete la calma, rammentate i danni irreversibili che quel suo stato gli sta provocando e, se necessario, minacciate l’espulsione da casa, la separazione o il divorzio.
Cercate di coinvolgere quante più persone è possibile, ma non cercate di farlo ragionare quando è ubriaco: sarebbe inutile.
La massima attenzione alle persone che frequenta e che frequentate: non bevete mai in sua presenza e non mettetelo mai a contatto con persone che solitamente bevono.
Per non farlo sentire diverso, controllatelo, ma con la giusta misura: non nascondetegli le bottiglie e non fatelo sentire come un bambino: rischiereste di peggiorare la situazione.
In alcuni casi, però, c’è bisogno dell’ausilio di enti specifici.
A chi rivolgersi per ridurre la dipendenza dall’alcol
Quando il medico di famiglia, lo psicologo e lo psicoterapeuta hanno già fatto il loro lavoro, l’unica alternativa per aiutare un alcolista è quella di iscriverlo ai programmi di disintossicazione, per ridurre il desiderio e l’ossessione dell’alcol.
Questi programmi sono svolti sotto l’attento controllo medico e prevedono molto esercizio fisico e sauna, per liberare l’organismo dalle tossine in eccesso; un’alimentazione a base di vitamine e sali minerali e dei lunghi riposi notturni.
Tempi e possibilità di recupero
Uscire dal tunnel dell’alcolismo si può: con i programmi di recupero si auspicano dei tempi molto brevi, tra le due e le tre settimane.
Se il recupero è autonomo ed indipendente, esso dipenderà esclusivamente dalla volontà del soggetto: maggiore sarà la sua predisposizione e minore sarà il tempo che impiegherà per guarire definitivamente.
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