A tutti sarà capitato di avere dei dubbi sulla veridicità delle affermazioni del nostro interlocutore, ma come fare a capire se una persona mente? Le parole infatti sono in grado di raccontare ma non di rivelare. Il corpo invece non lascia spazio alla menzogna, mai. Il linguaggio non verbale che il corpo utilizza inconsapevolmente, esplicita cose di noi che nemmeno le parole a volte sarebbero in grado di palesare.
Prima di addentrarci in quest’argomento, è importante puntualizzare un elemento. La conoscenza della persona che “vogliamo smascherareâ€, sarà determinate per comprendere la veridicità di quello che afferma.
Gli studi sul linguaggio del corpo, delineano gli aspetti che generalmente sono riconducibili all’esternazione di un incoerenza tra quello che si dice e quello che in realtà si pensa. Non tiene conto però della specificità di ogni individuo, anche perchè sarebbe impossibile visto che ognuno di noi è unico e irripetibile. Ogni persona fa uso di gesti e mimiche specifiche della sua persona, quindi non necessariamente simboleggeranno una mancata verità , anche secondo diverse teorie ci sono delle reazioni muscolari, le cosiddette microespressioni, che sarebbero uguali in tutti gli esseri umani, imparando a leggerle quindi sarebbe possibile verificare in tempo reale la veridicità delle tesi del nostro interlocutore.
Per leggere le microespressioni con certezza serve molto allenamento, di seguito riporteremo dei consigli su come avvicinarsi a questa che per molti è addirittura una scienza.
Soprattutto per chi è alle prime armi è importante ricordare che anche variazioni comportamentali del soggetto possono essere indice di menzogna.
Quando parliamo con una persona generalmente siamo portati a dare importanza solo alle sue espressioni più evidenti; nella maggior parte dei casi infatti guardiamo ma non vediamo realmente il nostro interlocutore. Il primo passo da fare per capire se una persona mente quindi è cercare di diventare osservatori più attenti ad analizzare anche i piccoli cambiamenti.
La reazione immediata ad una sollecitazione esterna infatti viene registrata nel volto e si manifesta attraverso delle microespressioni. Se viene posta una domanda alla quale si risponde in maniera falsa, il viso assumerà una postura forzata ma se si riescono a captare le microespressioni che automaticamente si innescheranno, soprattutto nella zona degli occhi e della bocca, prima che il soggetto riesca nuovamente a comandare i muscoli, si avranno importanti indicazioni sulla veridicità o meno della risposta.
Anche portarsi spesso le mani al viso sfiorandolo e toccandolo, in linea di massima delinea una menzogna. Ovviamente, occorre sempre tener conto della gestualità che una persona comunemente adotta. Vale a dire che se ci troviamo davanti ad un soggetto che gesticola sempre e si tocca il viso in ogni circostanza, questo non significa che ci troviamo di fronte ad una persona che racconta continuamente bugie.
Nella persona che mente s’innesca in maniera inconscia un meccanismo di stress che può manifestarsi in vari modi. Il più comune, oltre a quello che porta a toccarsi il viso, è un prurito diffuso all’interno del naso. Questo avviene perchè raccontando una falsa verità , quest’ultima crea stress e di conseguenza induce a dei cambiamenti di tipo fisiologico.
Bisogna sfatare un mito per quanto riguarda “eye contact†come elemento principe assoluto per smascherare una bugia; tuttavia l’impostazione dello sguardo ed i movimenti degli occhi possono darci segnali utili alla nostra analisi.
Prima di decretare la sincerità o meno di un individuo è importate esaminare il suo comportamento. Se ci sono variazioni sostanziali nei micromovimenti o nelle microespessioni degli occhi, c’è un' ottima possibilità che la persona stia mentendo. Gli aspetti da tenere in particolare considerazione secondo il body language sono:
Battiti di ciglia: battere le ciglia con maggior frequenza significa che si sta elaborando la menzogna nel medesimo istante in cui la si sta verbalizzando (aumento della frequenza battiti delle ciglia equivale ad aumento dello stress).
Occhi fissi: al contrario, se la bugia è stata copiosamente architettata in precedenza, il soggetto adotterà un espressione fissa (occhi negli occhi) senza quasi mai batter ciglio. Questo avviene perchè il bugiardo sarà estremamente concentrato a ricordare e dunque ad esternare alla lettera la bugia in precedenza concepita.
Evitare lo sguardo: è importante notare se è una persona timida e quindi spesso è portata a distogliere lo sguardo in tutte le situazioni, oppure i sensi di colpa procurati dalla sua menzogna, la portano ad evitare di guardare negli occhi l’interlocutore.
La direzione degli occhi: generalmente può aiutarci osservare la direzione che assume lo sguardo: guardare verso sinistra tendenzialmente indica l’elaborazione di una menzogna. Al contrario, lo sguardo rivolto verso destra individua semplicemente che il soggetto sta elaborando un ricordo
La cinesica (scienza che studia il linguaggio del corpo) oltre che le reazioni degli occhi prende in considerazione anche quelle della bocca, organo che è protagonista diretto dell’eventuale menzogna. Due in particolare gli aspetti a cui prestare maggiore attenzione :
Il sorriso: Quando un sorriso è veritiero e spontaneo, tutto il viso verrà coinvolto nell’esternare la gioia della quale è sintomo il sorriso; tenderà a durare maggiormente e sarà lateralmente simmetrico. Invece se quest’ultimo è di natura menzognera, solo la bocca verrà compresa nella sua espressione; durerà di meno rispetto ad un sorriso sincero e sarà di simmetrico.
Coprirsi la bocca: visto che come detto sopra la bocca ha un ruolo da protagonista nel raccontare menzogne, chi mente è portato a coprirsi o toccarsi le labbra perchè inconsciamente sà che dalla sua cavità orale verranno esplicitate delle bugie
Il linguaggio del corpo per molti versi è ancora più facile da leggere rispetto a quello del viso, i gesti infatti sono decisamente più visibili delle microespresioni e possono essere quindi un ottimo punto di partenza per iniziare a familiarizzare con il linguaggio del corpo; abbiamo già accennato a come i movimenti delle mani soprattutto se volti a toccarsi il viso ed in particolare la bocca possono essere un chiaro segno di non sincerità , vediamo ora quali altri fattori prendere in considerazione per interpretare correttamente i gesti.
Quello che per antonomasia determina la spontaneità di un gesto o di un pensiero, è l’istintività con la quale viene espresso.
Rapporto temporale tra gestualità e parole: Quando siamo arrabbiati per esempio, i gesti che simboleggiano la rabbia (come tirare o lesionare un oggetto che ci troviamo per le mani, o più semplicemente sbuffare o sbattere le mani sul tavolo), precedono di gran lunga la verbalizzazione della rabbia stessa. Per cui, quando all’esternazione della collera viene fatto succedere un gesto forzato, quasi sicuramente ci troveremo davanti ad una reazione non veritiera.
Enfatizzazione dei gesti: Chi mente tenderà ad avere un maggior autocontrollo ma sarà portato ad enfatizzare a livello gestuale la sua insofferenza se accusato di falsità .
Staticità : I movimenti delle braccia e delle mani saranno prevalentemente nulli, quasi a voler rimanere concentrato solo sul racconto senza aggiungere elementi che lo possano far venire allo scoperto
Posizione nello spazio: le gambe ed i piedi tendenzialmente saranno rivolti all’esterno (verso l’uscita), quasi a voler simboleggiare la necessità di uscire da quella situazione il prima possibile
Oltre agli elementi fisici, come gesti ed microespressini ci sono anche altri importanti indici che ci possono aiutare a capire quanto sia sincero il nostro interlocutore, fattori che per quanto immateriali possono essere quasi più semplice da cogliere rispetto ad esempio alle microespressioni e possono essere d’aiuto anche se non si ha di fronte l’interlocutore, ad esempio durante una telefonata, questi infatti sono il volume o meglio il tono della voce ed il tipo di linguaggio utilizzato dal soggetto, in particolare:
Tono calante: Chi racconta frottole, mano a mano che si addentra nella conversazione, tenderà ad assumere un tono di voce gradualmente più basso.
Tendenza a temporeggiare: cercherà di guadagnare del tempo (ripetendo magari le domande che gli sono appena state rivolte) per elaborare meglio la bugia da declamare.
Specificità delle risposte: le risposte/racconti, tenderanno a presentarsi in maniera evasiva ma con surplus di dettagli.
Circonlocuzioni verbali: spesse volte ad una domanda posta, il menzognere, risponderà facendo giri di parole magari appellandosi a discorsi che non c’entrano nulla.
Una risposta per tutto: chi sta mentendo non dirà mai “non ricordo esattamenteâ€; anzi sarà super lucido nel raccontare il non accaduto
Se riusciamo a scindere i gesti che comunemente fanno parte di un individuo, utilizzando gli accorgimenti che vi abbiamo fornito, sarà più semplice comprendere chi ci troviamo davanti e soprattutto se si tratta di una persona sincera o meno.
Una volta acquisite le competenze necessarie, sarà stimolante anche divertirsi a comprendere e svelare quello che le persone provano o nascondono.
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