Come combattere la timidezza

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Qualche consiglio sul come combattere la timidezza.

Descrizione del disturbo.

La timidezza è alquanto diffusa. Su di essa giocano un ruolo preponderante: ambiente, cultura e convezioni sociali del paese in cui si nasce e vive.

Secondo un’attendibile statistica in Giappone il 60% della popolazione si dichiara timida mentre in Israele solo il 27%. La macroscopica differenza è dovuta alle diversità delle due culture che naturalmente determina differenti rapporti interpersonali.

La timidezza è perciò quel tratto caratteriale che influenza (pesantemente) il modo con cui ci si relaziona col prossimo. Insicurezza, impaccio, disagio, ritrosia, difficoltà a comunicare sono i suoi tratti salienti.

Sintomatologia fisica caratterizzata da:

Rossori.

Accelerazione del battito cardiaco e palpitazioni.

Sudorazione.

Tremori.

Nausee.

Balbuzie.

Nei casi gravi il disturbo può sfociare in una vera patologia e trasformarsi in quella che viene definita “fobia sociale” ossia uno stato di ansia in cui la vita sociale viene complemente rifiutata per paura che possa svelare una nostra identità non ben accetta o una personalità inadeguata.

Fortunatamente nella maggioranza dei casi la timidezza, che è un problema della gioventù, col passare degli anni viene superata e in genere da luogo ad un carattere più maturo e riflessivo.

Consigli per superare il disturbo.

1) Essere ben consapevoli del p­­roprio problema ed avere una forte motivazione per venirne a capo. E quindi esser disposti a pagare il fio per ottenere ciò.

2) Essere consapevoli (e quindi sforzarsi di avere un atteggiamento conseguente) che ciascuno di noi (nei limiti del ragionevole) non deve:

-Giustificazioni per ogni suo comportamento.

-Essere simpatico a chiunque.

-Essere in perfetto accordo con tutti e quindi ha possibilità di scelta.

-Accettare qualsiasi situazione e quindi è naturale poter dire di no senza sentirsi in colpa o vergognarsene.

3) Dare un giudizio della propria persona slegato dalle opinioni degli altri.

4) Imparare a parlare in pubblico sforzandosi di essere naturali e di non arrossire e/o tartagliare. Agli inizi, quando ciò non riuscirà perfettamente, la miglior maniera è informare, in anticipo e con autoironia, gli altri dei propri problemi.

5) Non rifuggire le situazioni imbarazzanti ma sforzarsi di affrontarle. Servirà da allenamento per il futuro.

6) Non aver paura di sbagliare: è normale e serve ad imparare l’importante è riconoscere gli errori.

Un piccolo percorso terapeutico.

Stilare una lista delle 10 cose che ci procurano più imbarazzo in ordine crescente. Ad esempio dalla difficoltà a chiedere informazione in un negozio su un determinato prodotto, a quella di riuscire a chiedere a un ragazzo o ragazza che ci piace di bere qualcosa con noi. Orbene stilata la lista affrontare come esercizio ogni giorno una delle 10 situazioni. All’11 giorno dovremmo sicuramente aver fatto dei progressi.

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