Impariamo con questa guida cosa sono e come curare le emorroidi, una patologia piuttosto fastidiosa ma comunissima, che colpisce almeno una volta circa il 40% della popolazione adulta. Le emorroidi colpiscono in egual misura sia uomini che donne, solitamente dopo i 45 anni di età. Da cosa sono causate? Cosa si può fare per prevenirne la comparsa? Come intervenire?
Cosa sono le emorroidi
Iniziamo spiegando un po’ di anatomia: innanzitutto le emorroidi non sono una patologia, ma una parte anatomica presente nell’organismo umano. Si tratta di un cuscinetto di tessuti con altissima densità di vene, capillari ecc, situato nella zona terminale del retto e intorno all’ano, che aiutano la parti interessate nel contenimento delle feci e dei gas. Alcune sono interne, mentre altre, molto sensibili, esterne. La patologia ad esse legata sorge quando queste vene, per diversi motivi, si infiammano o vanno incontro a problematiche. Per cui sarebbe più corretto riferirsi a questa classe di disturbi come ad una “malattia emorroidaria”.
Da cosa sono causate le emorroidi
Le cause delle malattie emorroidarie possono essere molteplici. Innanzitutto una certa predisposizione genetica e la familiarità possono far si che un soggetto sia più propenso a soffrire di tali disturbi rispetto ad un altro. Problemi legati alla defecazione, come stipsi e diarrea cronica, possono influire alla lunga sul malfunzionamento delle vene del tessuto emorroidale, così come un uso eccessivo di lassativi o una dieta che prevede poche fibre possono causare l’insorgere del problema. Inoltre anche determinati aspetti della vita quotidiana influiscono sul presentarsi o meno delle emorroidi: uno stile di vita molto sedentario può essere causa della comparsa della patologia, così come un lavoro molto stancante, così come un consumo troppo frequente di cibi molto piccanti e speziati. Inoltre attività sportive come ciclismo, motociclismo ed equitazione, prevedendo lunghi periodi da seduti, possono essere ricollegate alla comparsa di emorroidi. Un caso a parte è il momento della gravidanza, per cui una donna è sottoposta innanzitutto alla pressione sulla zona rettale esercitata dal feto, ed inoltre durante lo sforzo del parto si può alterare il normale equilibrio del tessuto emorroidale.
Diversi tipi di emorroidi
Le emorroidi sono classificate in quattro tipologie diverse, a seconda dei sintomi. La mancata cura delle emorroidi al primo stadio può portare al peggioramento della malattia.
Emorroidi di primo grado: il sintomo principale è il sanguinamento nel momento della defecazione.
Emorroidi di secondo grado: le emorroidi fuoriescono nel momento della defecazione, ma riescono a tornare naturalmente nella loro posizione originaria.
Emorroidi di terzo grado: inizia il prolasso dei tessuti, per cui dopo la defecazione o determinati sforzi è necessario rimetterle a posto manualmente.
Emorroidi di quarto grado: il prolasso non è più governabile, per cui le emorroidi fuoriescono anche per pressioni leggere subite dalla zona (come ad esempio colpi di tosse).
Come intervenire
Alla patologia è solitamente abbinato un senso di fastidio e bruciore nella zona del anale e rettale, per cui spesso vengono consigliati dal medico o dal farmacista preparati a base di antidolorifici proprio per lenire questi disturbi, che però non intervengono direttamente nella cura del problema. Tali preparati possono essere sottoforma di pomate, di supposte o anche di pasticche, e sono solitamente farmaci a base di lidocaina, o in caso delle pasticche a base di amamelide, una pianta dagli effetti decongestionanti e vaso costrittori.
Nel caso in cui le emorroidi siano solo al primo o al massimo al secondo grado, la terapia usualmente suggerita mira a cambiare la dieta e le abitudini quotidiane, così da favorire la defecazione, eliminando le cause di irritazioni come i cibi piccanti, gli insaccati, gli alcolici ed anche il fumo, e a migliorare la circolazione sanguigna. Nei casi appartenenti al primo e al secondo tipo, la dieta, insieme con l’aiuto dei farmaci, riescono solitamente risolvere il problema. Altrimenti si può intervenire con rimedi ambulatoriali, che hanno come obiettivo il decongestionamento delle emorroidi. Ad esempio la legatura elastica è un intervento che si esegue legando alla base delle emorroidi un elastico chirurgico, bloccando così l’afflusso del sangue. Il tessuto non più irrorato dopo qualche giorno inizia a seccare, si stacca, e si espelle normalmente andando di corpo. La pratica è poco invasiva e poco dolorosa.
Altrimenti si può ricorrere al laser, con il quale le emorroidi vengono tagliate. Dato l’utilizzo di questo strumento, la cicatrizzazione è immediata e non c’è perdita di sangue, anche se i costi sono più elevati di altri rimedi. Si può poi ricorrere alla scleroterapia, con la quale viene eseguita sull’emorroide un’infiltrazione di liquido che la sclerotizza, facendo così diminuire il sangue che affluisce e di conseguenza le dimensioni. Altrimenti un’ultima soluzione può essere la crioterapia, che consente di congelare l’emorroide causando così la morte del tessuto e dell’emorroide stessa. Tutte queste soluzioni però non evitano il rischio di ricadute e ritorni del problema.
Nei casi più gravi
Quando le emorroidi sono al terzo o quarto stadio, la soluzione consigliata è quella chirurgica. Anche per questa però esistono diverse alternative.
Si può intervenire con un’emorroidectomia, ossia con l’asportazione chirurgica, secondo i metodi di Milligan e Morgan, che non prevedono saturazione per far in modo che la cicatrizzazione avvenga naturalmente, o con il metodo Ferguson, che invece prevede una sutura al termine della rimozione. Entrambi i metodi sono molto efficaci, ma piuttosto dolorosi, soprattutto nel periodo post-operatorio, quando le ferite devono rimarginarsi e vengono urtate dal passaggio delle feci.
Un’altra modalità di intervento è l’emorroidopessi con suturatrice meccanica, conosciuta anche come metodo Longo: con questo intervento è possibile rimuovere una parte del canale rettale, risollevando e rimettendo quindi al punto giusto le emorroidi. Viene utilizzata una suturatrice meccanica, che asporta la parte da eliminare e ricuce con graffette al titanio che resteranno sempre nel paziente. Il decorso post- operatorio è meno doloroso. L’ultimo metodo per risolvere chirurgicamente il problema emorroidi è quello conosciuto come THD o dearterializzazione emorroidaria transanale. Con esso non c’è asportazione di tessuti, ma si interviene direttamente sull’arteria rettale superiore in modo da impedire l’afflusso del sangue alle emorroidi, riducendone così le dimensioni. Nel caso di un prolasso è possibile reinserire le emorroidi all’interno del corpo. Datosi che non comporta ferite, il decorso non è per nulla doloroso. Con tutti questi metodi l’eventualità di una ricomparsa del problema è molto basso.
La prevenzione
Per evitare il più possibile di dover ricorrere ad uno dei metodi sopra elencati per guarire dalle emorroidi è buona norma seguire delle semplici regole di vita. Si consiglia lo svolgimento di una regolare attività fisica soprattutto a chi trascorre buona parte della giornata seduto; in questo modo riusciremo a mantenere attivo il sistema vascolare, evitando quindi il ristagnare del sangue e mantenendo tonici ed elastici i tessuti. Si consiglia anche di evitare sforzi eccessivi ed improvvisi. A ciò va abbinata una dieta sana, ricca di cibi come fibre e di liquidi, che diano regolarità all’intestino e aiutino ad evitare la stitichezza. Infine è buona norma evitare il consumo di cibi piccanti, salati, speziati, grassi, e di bevande alcoliche.
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