Essere se stessi: conoscersi ed accettarsi per essere felici

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    Indice Articolo:
  1. Come fare?
  2. Conoscere se stessi
  3. Accettarsi per credere in se stessi
  4. Modificarsi a proprio favore
  5. Paure da superare per essere felici
  6. Consigli pratici
Essere se stessi è forse l’unico modo di vivere la propria esistenza in pace con il proprio io e con il proprio mondo interiore, e quindi essere sereni e felici. Tuttavia spesso questa strada non è semplice da intraprendere e percorrere per le troppe pressioni sociali, ambientali e culturali che possono portare la persona a credere che sia meglio fingere di essere qualcun altro per adeguarsi agli standard imposti dalla società e dalla cultura in cui si vive. Vediamo come possiamo fare per vivere per come siamo senza avere problemi a livello relazionale.

Essere se stessi: come fare?

A volte essere se stessi provoca molti problemi a livello dei rapporti con le altre persone e si tende quindi a costruire relazioni interpersonali basate su una concezione di noi che non è quella reale, a portare una maschera che a lungo andare può portare al logoramento,  da un lato della relazione in questione,  perché non è semplice fingere per molto tempo di essere qualcun altro, dall’altro della nostra stessa autostima. Ecco dunque i vari passi per consolidare la propria autostima e riuscire ad essere se stessi in ogni circostanza.

Primo passo: conoscere se stessi.

Il primo passo per essere se stessi è avere una profonda conoscenza di se e del proprio io. Conoscere se stessi e accettarsi per come siamo è infatti fondamentale per iniziare il percorso che ci porterà all’essere sempre noi ogni giorno della nostra vita. Per conoscere se stessi bisogna iniziare a conoscersi nelle tre dimensioni che caratterizzano un essere umano e cioè la dimensione fisica, quella psicologica e quella socio – relazionale.

Dimensione fisica.

Conoscersi a livello fisico implica una serie di step da raggiungere, il primo dei quali è rappresentato dalla semplice descrizione fisica dei tratti somatici e delle caratteristiche ereditate e dalla completa accettazione di queste. Bisogna comprendere per esempio quali sono i tratti somatici relativi ad altezza e peso ereditati e comprendere che se i genitori per esempio non sono molto alti o non sono longilinei, probabilmente è da ciò che deriva il non essere alti o essere di costituzione robusta e tale consapevolezza può aiutare ad accettare il proprio fisico.

Lo step successivo viene rappresentato dalla conoscenza del rapporto che si instaura con il proprio corpo, alla cura di esso, e al rapporto consequenziale con il cibo e con il sonno. Per esempio vedere quanto tempo si dedica alla cura del proprio corpo, come andare dal parrucchiere, dall’estetista o in palestra. Per quanto riguarda il cibo prendere consapevolezza delle proprie abitudini alimentari, individuando magari quelle scorrette che si devono correggere o acquisendo consapevolezza di eventuali problemi con il cibo, per esempio mangiare troppo o troppo poco. Anche il rapporto con il sonno è importante perchè capire quanto e come dormiamo ci aiuta ad avere maggiore consapevolezza di come siamo e del nostro stato d’animo.

Altro step è rappresentato dal rapporto che si ha con il sesso e la sessualità e dal rapporto che si ha con il divertimento. Il rapporto con la sessualità e con il proprio sesso consiste nel capire se vi sono stati condizionamenti da parte della famiglia o della religione nel modo di vivere la sessualità, comprendere ed accettare le proprie tendenze sessuali e capire quanto si è propensi ad intraprendere rapporti con il proprio partner. Anche il rapporto con il divertimento quale il dedicarsi agli hobbies, uscire con gli amici, avere dei passatempi va analizzato per comprendere come ci si comporta quando ci si deve divertire, se ci si lascia andare completamente o se si hanno delle riserve.

Lo step finale è rappresentato dalla valutazione attenta del proprio stato di salute e del rapporto che si ha con l’assunzione di farmaci. Comprendere il proprio stato di salute è fondamentale per conoscere se stessi, specialmente in quei casi in cui si riconosce di essere ipocondriaci cioè eccessivamente preoccupati per la propria salute, oppure al contrario quando si è menefreghisti nei confronti di sintomi evidenti. Rientra in questa categoria anche il rapporto con l’assunzione di farmaci in quanto rendersi conto di essere “dipendenti†dall’assunzione di farmaci per il minimo dolore o per altri motivi, per esempio farmaci lassativi per mantenere il peso, può aiutare a iniziare il percorso verso la “guarigioneâ€.

Dall’attenta analisi e dalla completa accettazione di questi parametri fisici possiamo conoscere profondamente noi stessi.

Dimensione psicologica.

Il secondo livello di conoscenza è la conoscenza psicologica del nostro io, che può risultare molto più difficile rispetto alla conoscenza fisica. La conoscenza psicologica si basa sulla scoperta e accettazione degli aspetti della nostra personalità e del nostro carattere, come per esempio la tendenza all’ottimismo o al pessimismo. Rientra nel livello di conoscenza psicologica anche l’atteggiamento che si ha nei confronti della vita e delle vicissitudini a cui veniamo ogni giorno sottoposti, e il rapporto che instauriamo con i nostri errori. La conoscenza della nostra psiche ci aiuta nel capire come possiamo fare ad essere noi stessi modificando quegli aspetti psicologici che mal si accostano al nostro più profondo modo di essere. Si tende a volte a modificare i propri comportamenti soltanto in base a quello che l’ambiente ci chiede e agli stimoli che riceviamo, una sorta di adattamento che in realtà però non coincide con il reale modo in cui ci comporteremmo se l’ambiente o gli stimoli non intervenissero in quella determinata situazione. Di conseguenza modificare il proprio comportamento in base a come si è realmente e non a ciò che viene richiesto è un importante passo psicologico verso l’essere se stessi.

Dimensione socio-relazionale.

Il terzo ed ultimo livello è rappresentato dalla conoscenza del nostro modo di relazionarci con gli altri e vivere in società. Fortemente legato al carattere,  questo livello ci consente di capire come ci troviamo in mezzo ad altri individui, come ci relazioniamo con essi, e quanto siamo in grado di relazionarci, se completamente, parzialmente oppure per niente.

Secondo passo: credere in se stessi.

Per riuscire ad avere un comportamento assertivo ed avvicinarci sempre di più ad essere noi stessi dobbiamo fare leva su di noi. Bisogna credere in se stessi e amarsi e volere investire in quello che siamo.

Credere in se stessi è un processo molto difficile che si basa sull’autostima che ognuno di noi possiede. Bisogna comprendere che soltanto noi siamo capaci di capire esattamente ciò che proviamo e che vogliamo e che nessuno meglio di noi può determinare le nostre scelte e il nostro modo di vivere la vita. L’autostima e la sicurezza di se sono componenti fondamentali del credere in se stessi, per arrivare a questo bisogna affrontare le difficoltà senza avere paura di errori o fallimenti, prendere le esperienze negative come stimolo ed esempio per la volta successiva. Bisogna inoltre porsi degli obiettivi ben precisi da raggiungere e assumersi la responsabilità di raggiungerli investendo su noi stessi, sulle nostre forze, sulle nostre capacità. L’investimento su noi stessi e su quello che possiamo riuscire a fare in base al nostro punto di vista, in base ai nostri tempi di apprendimento e di conoscenza, senza cercare di adattarsi a modelli precostituiti dalla società e dalle istituzioni è sicuramente un  passo importante  verso il credere in se stessi ed essere se stessi.

Interviene anche in questa questione l’amare noi stessi derivante dall’autostima, cioè dall’insieme di quegli elementi cognitivi, sociali e affettivi che portano una persona a valutarsi positivamente e ad auto apprezzarsi.

Ricordarsi sempre che siamo noi i primi a doverci accettare e a fare in modo che gli altri ci accettino per quello che siamo.

Terzo passo: investire in se stessi.

Una volta che siamo arrivati alla conoscenza di noi stessi e che abbiamo accettato quello che siamo e come siamo, dobbiamo comprendere come “cambiare†a favore di noi stessi. Deve quindi intervenire la volontà di cambiare per raggiungere quel modo di comportarci che sia esattamente conforme a come siamo noi realmente. Successivamente alla conoscenza e all’accettazione di se c’è la volontà di cambiare a favore di se stessi, la volontà di farci vedere e di essere esattamente per come siamo.

La volontà di cambiare sarà quella che ci porterà verso la cosiddetta assertività. L’assertività è un comportamento strettamente legato all’essere noi stessi poiché consiste nell’esprimere ed affermare le proprie idee e il proprio punto di vista senza cercare di imporsi sugli altri e senza far si che gli altri si impongano su noi stessi. È un concetto legato alla capacità di comunicazione, che si raggiunge quando si ha una profonda conoscenza di se. La capacità di comunicazione da cui deriva l’assertività deriva infatti dall’equilibrio con noi stessi, dall’equilibrio tra la razionalità, l’emozionalità e la socialità, e dal rimanere fedeli alla propria personalità in qualsiasi situazione. L’assertività si fonda su dei principi fondamentali quali l’autostima, il porsi degli obiettivi chiari, il saper ascoltare ma anche il saper dire di no e il sapersi assumere le proprie responsabilità e soprattutto il sapere ammettere i propri errori, relazionarsi con essi ed avere un atteggiamento critico costruttivo. Tutti questi parametri sono quindi legati alla conoscenza di se stessi in primis e, in secundis, alla volontà che abbiamo di riuscire ad essere con gli altri e con noi stessi quello che siamo realmente nella nostra interiorità.

Difficoltà e paure da superare per essere se stessi.

Essere se stessi non è sempre facile e il percorso può essere pieno di problemi e difficoltà derivanti principalmente dalla paura. Per essere se stessi infatti bisogna mettersi a nudo, togliersi la maschera, essere quasi “indifesiâ€, ci vuole quindi una grande dose di coraggio.

Essere se stessi in amore.

Uno dei campi più difficili in cui essere se stessi è quello dei sentimenti d’amore. Vi sono molteplici problemi infatti nell’essere se stessi in amore. Uno di questi è rappresentato dalla paura di non essere accettati dal partner per quello che si è. In amore infatti si tende ad adattarsi al proprio partner, di adeguarsi al suo modo di essere per evitare di essere lasciati o di essere criticati. A lungo andare questo atteggiamento di “recitare una parte†però non può essere sostenuto e il rischio che si corre è ancora peggiore di quello prospettato poiché il partner potrebbe rimanere deluso dall’aver conosciuto una persona che si è dimostrata diversa da quella che in realtà era. In questi casi la soluzione è quella di rimanere sempre fedeli a se stessi magari modificando qualche aspetto del proprio carattere di modo da riuscire a vivere in serenità con il proprio partner, a patto però che il partner faccia altrettanto. La modificazione del comportamento però deve partire da noi, non dal partner, siamo noi che dobbiamo capire cosa ci fa sentire appagati e cosa no.

L’omosessualità.

Un discorso analogo vale per un altro tipo di amore, l’amore omosessuale. Molte persone omosessuali per il rischio di non essere accettate in società o peggio di non riuscire a trovare lavoro, fingono di essere eterosessuali, modificando il proprio io in maniera profonda, sconvolgendo se stessi e il proprio modo di essere, che, non ha motivo di essere né giudicato né additato come anormale. Il vivere poi in determinati contesti di società omofobiche non aiuta di certo. Anche in questo caso il primo passo è l’accettazione di se stessi come omosessuali, e per fare questo liberi dai condizionamenti della società può volerci molto tempo. Il passo successivo verso l’essere se stessi da omosessuali è cercare qualcuno in cui riporre la propria fiducia che consenta di poter parlare liberamente di ciò che si sta vivendo per cercare di accettarlo sempre più consapevolmente. Quando si è consapevoli di essere giunti alla piena accettazione di se è il momento di essere se stessi anche con il resto del mondo: affrontare i genitori, gli amici, i parenti, la società. E’ un percorso irto di difficoltà, di problemi, che porterà a confrontarsi con il rifiuto, lo shock, la negazione. Ma è un percorso fondamentale da affrontare perché solo essendo se stessi si può essere pienamente appagati e felici.

Consigli pratici che aiutano ad essere sicuri di se.

Come possiamo fare ad essere noi stessi? Sicuramente l’essere se stessi deve derivare da un mix dei fattori fino ad ora elencati come il credere e l’investire su di se, il raggiungimento dell’assertività e l’amore e l’autostima verso noi stessi, ma il motore che spinge il tutto è la volontà che può essere supportata da alcuni saggi sull'argomento

La forza di volontà.

La volontà deve essere il primo passo e il motore di tutto il nostro cambiamento perché non esiste forza più grande della forza di volontà. Per iniziare ad essere noi stessi poniamoci giornalmente degli obiettivi, delle piccole scelte, delle azioni da compiere, sia pratiche sia emotive, per esempio chiediamoci come potrebbe essere la nostra giornata se credessimo di più in noi stessi e, appena trovata una risposta, cerchiamo di mettere in atto subito il comportamento. Oppure dedichiamoci a quel passatempo, a quei lavoretti in casa, a quelle telefonate, a quelle lettere o a quella lettura di quel libro che abbiamo lasciato in sospeso, coltiviamo le nostre passioni mettendo noi stessi al primo posto. Ritagliamo il tempo per i nostri hobbies, per tutte quelle attività che ci rendono felici e sereni con noi stessi e soprattutto convinciamoci che noi meritiamo il tempo che ci stiamo dedicando. Osserviamo le situazioni che ci capitano con criticità costruttiva e impariamo a rapportarci con esse. Ricordiamoci che il fallimento non è negativo ma che da esso si può imparare. Scegliamo di compiere una piccola azione facilmente realizzabile che ci porti una grande soddisfazione. Siamo noi gli artefici del nostro destino e che essere se stessi significa essere liberi senza preoccuparsi di ciò che pensano gli altri e significa pensare con la propria testa ed essere unici, originali ed irripetibili.

I libri di Osho.

Possono risultare di aiuto i libri di Osho, specialmente il libro intitolato “Essere se stessi†in cui è possibile trovare dei consigli utili da seguire per intraprendere il percorso verso noi stessi, come per esempio ricordarsi di ascoltare sempre la propria voce interiore e ciò che si vorrebbe essere perché nessuno può sapere cosa è bene o non è bene per noi al di là di noi stessi. Osho ci consiglia di non indossare mai una maschera, in nessun caso, ci insegna che non vi sono emozioni negative che vanno soppresse, come la rabbia per esempio, ma che ogni emozione ha il diritto di essere vissuta ed espressa e che non c’è nulla di male nell’esprimere quella determinata emozione.

Osho ci invita anche a non prestare attenzione al passato e al futuro poiché è dal vivere in base a questi tempi che provoca dei problemi nell’essere se stessi e delle false aspettative. Ci invita a vivere unicamente il presente, unico tempo in cui si è autentici e in cui esiste l’autenticità.

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