Imparare le tabelline

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Imparare le tabelline a memoria, come ci hanno sempre detto, è fondamentale perché queste sono la base di tutti i calcoli anche più complessi (in particolare, della moltiplicazione e della divisione). L’operazione, però, non è così semplice, lo sforzo mnemonico è elevato e bisogna riconoscere che l’esercizio non è così stimolante. Alcuni suggerimenti, però, possono aiutare a creare nuovi metodi per imparare, e insegnare, le tabelline ai bambini e facendo in modo che lo sforzo non sia soltanto di memoria.

Perché imparare le tabelline?

Le tabelline sono alla base delle operazioni matematiche di moltiplicazione e divisione e, perciò, è necessario che un bambino le impari molto bene fino a padroneggiarle del tutto nel corso della seconda o della terza elementare, in modo da non trovarsi in difficoltà e da non sentirsi indietro rispetto agli altri compagni nello svolgere le operazioni.

Poiché lo sforzo è prevalentemente mnemonico, bisogna inserirlo in un contesto scolastico in cui i bambini abbiano già avuto qualche esperienza di esercizi di memoria, ad esempio quando hanno già imparato qualche semplice poesia o qualche canzone, in modo che capiscano bene cosa è loro richiesto.

Oggi in Italia si studiano le tabelline a partire da quella dell’1 fino a quella del 10, di solito in ordine progressivo (si comincia con la tabellina dell’1, la più facile, che permette anche di spiegare il significato dell’operazione del moltiplicare, e si prosegue con quella del 2, del 3 e così via); in alcuni casi, però, dalla tabellina del 2 si passa direttamente a quella del 5, più semplice da memorizzare rispetto a quella del 3 e del 4, ma questo metodo potrebbe confondere.

Imparare le tabelline serve, inoltre, ad arrivare a conoscere meglio i numeri e a interpretare nell’immediato un numero come il risultato di un’operazione tra due numeri più semplici; in particolare, la padronanza delle tabelline permetterà, ad esempio, ad associare immediatamente il numero 24 a “3 x 8â€, “6 x 4†e “3 x 2 x 2 x 2†(la cosiddetta scomposizione in fattori primi, che sarà fondamentale per le operazioni tra frazioni).

Metodo tradizionale.

Per imparare le tabelline è fondamentale il lavoro svolto dalle insegnanti durante l’orario scolastico, ma è necessario anche un esercizio a casa e, quindi, l’aiuto dei genitori, perché la ripetizione e la pratica giova alla memoria.

Il metodo classico con cui vengono insegnate le tabelline consiste nell’utilizzare la formula ripetitiva “1 per 1 uguale 1, 1 per 2 uguale 2, 1 per 3 uguale 3†ecc., usando sempre le stesse parole fino ad arrivare al 10.

Dopo lo studio di ogni tabellina secondo questa formula, si passerà a lavorare sulle domande secche, cui il bambino arriverà a rispondere sfruttando la memoria: dopo aver ripetuto diverse volte le parole di prima, l’allievo dovrà rispondere a domande sparse come “quanto fa 1 per 6?†“quanto fa 1 per 4?†ecc.

È importante, però, che allo sforzo di memoria si affianchi una buona spiegazione del significato e del funzionamento della moltiplicazione. Ad esempio, bisogna far capire al bambino che “3 per 5†abbia lo stesso valore numerico di “5 per 3â€, e quindi in entrambi i casi la risposta “15†deve essere secca e immediata.

Si può dire che un bambino conosca bene le tabelline quando riesce a rispondere velocemente a un quesito sul risultato di una qualunque moltiplicazione di due qualsiasi numeri interi compresi tra 1 a 10.

Cosa non fare:

Bisogna evitare che il bambino impari a ripetere la tabellina come la sola sequenza dei multipli di un numero, ad esempio che impari la tabellina del 3 ripetendo: 3, 6, 9, 12 ecc. In questo caso, alla domanda “quanto fa 3 per 4â€, il bambino ripeterà mentalmente questa sequenza, aiutandosi a contare usando le mani, e si fermerà quando pronuncerà il quarto numero o quando sarà arrivato al quarto dito della mano: il sistema, però, è facilmente soggetto ad errori (se nella sequenza si salta o si sbaglia un numero il calcolo non torna) e il bambino non capirà la scomposizione in fattori, senza cogliere il significato della moltiplicazione e senza acquisire l’abilità nel calcolo.

Metodi nuovi:

Attualmente si tende a evitare studi basati esclusivamente sulla memoria a favore di tipi di esercizi in cui i bambini associano comprensione, memoria visiva, gioco e divertimento.

Inoltre, si è capito che la sola memoria basata sulla ripetitività orale non è il mezzo migliore, perché ogni bambino ha dei sistemi diversi e fa dei collegamenti particolari e propri che, se sfruttati, potrebbero giovare molto di più e far imparare più velocemente rispetto a un metodo comune e collettivo (basta pensare, ad esempio, al fatto che qualcuno possa rispondere più facilmente e in modo più immediato alla domanda “quanto fa 6 x 8†rispetto a quella “quanto fa 8 x 6†o viceversa).

L’ideale, perciò, sarebbe insegnare un metodo che fosse il più possibile personalizzato e basato sulla comprensione.

Alcuni metodi alternativi basati sul divertimento sono:

Le canzoni:

Un sistema potrebbe essere quello di imparare a memoria le tabelline cantando delle canzoni (ne esistono diverse che si possono trovare su internet): un motivo musicale, infatti, può aiutare la memorizzazione delle parole e dei numeri grazie al suono. Ancora meglio sarebbe creare in gruppo delle canzoni, inventando perciò per ogni tabellina una storia da musicare. Il lavoro, in questo caso, si svolge in diverse fasi:

si trovano insieme le rime (la maestra dirà la prima parte di ogni verso, composto dalla moltiplicazione, e chiederà ai bambini una parola che faccia rima con il risultato dell’operazione). Ad esempio un’ipotetica canzoncina per la tabellina del 3 potrebbe essere:

“3 x 0 = 0, salgo sopra un pero

3 x 1 = 3, mi sento come un re

3 x 2 = 6, magari volerei†ecc.;

si sceglie una melodia, o esistente o inventata, che costituirà la base per questa filastrocca;

si canta più volte possibile la filastrocca, mimando i gesti (o comunque trovando un movimento da associare a ogni moltiplicazione), in modo da renderla ancora più divertente e da stimolare l’inventiva e l’esecuzione della canzone;

ogni bambino disegna e illustra una rima, e i disegni vengono raccolti in un cartellone in cui si scriveranno anche tutte le operazioni: tutta la classe assocerà disegno e moltiplicazione.

Con il cartellone e la canzone si potranno inoltre fare molti giochi e tutta la classe condividerà un sistema in cui assocerà i numeri, non solo a un suono, ma anche a un disegno, una storiella, una rima e un movimento del corpo.

Le carte:

pensare di poter perfezionare la conoscenza delle tabelline con un vero e proprio gioco, come quello delle carte, potrà rendere il lavoro meno noioso al bambino. Il gioco si svolge con l’aiuto di un genitore (o di un maestro) che avrà in mano il mazzo di carte (da 1 a 10): mettendo in tavola due carte l’aiutante mostrerà al bambino la moltiplicazione di cui deve dare il risultato; se la riposta sarà esatta si girerà un’altra carta (che verrà collocata sopra una delle due già esposte, o a discrezione dell’aiutante o a scelta del bambino) e si proporrà un altro questito, e così via. Se la risposta fosse errata, il bambino dovrà ripetere cinque volte il risultato corretto dell’operazione e cinque volte il risultato della moltiplicazione inversa (ripeterà, cioè, ad esempio cinque volte la frase “3 per 5 uguale 15†e cinque volte la frase “5 per 3 uguale 15â€). Il gioco è a tempo: ogni volta si cronometra il tempo impiegato dal bambino per finire il mazzo di carte e le volte successive si dovrà battere il record.

Consigli per far apprendere al meglio:

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