La mediazione familiare è ancora un pratica semisconosciuta in Italia, probabilmente perché è stata introdotta solo in tempi recenti e non vi sono delle leggi vere e proprie che ne regolino l’attività .
Essa è rivolta a tutte le coppie con figli o senza figli che hanno deciso di separarsi, e mira al raggiungimento di particolari accordi che tutelino l’interesse di entrambe le parti, che poi dovranno essere comunque approvati dal giudice per ottenere la separazione vera e propria.
La mediazione familiare è una tecnica di intervento che prevede l’incontro tra una famiglia in crisi e una persona altamente qualificata, in uno spazio neutro, al fine di risolvere problemi o dispute e ritrovare l’armonia perduta.
Anche se comunemente si dice che la mediazione familiare è di aiuto alla famiglia, in realtà solo i genitori prendono parte alle sedute, in quanto si ritiene che la partecipazione dei figli, soprattutto se bambini, sia inutile.
La persona qualificata che viene in aiuto della coppia può essere un avvocato, uno psicologo, un assistente sociale, specializzato nelle questioni relative alla famiglia e nella loro risoluzione. E' vincolato al segreto professionale.
Lo spazio neutro è un ambiente non familiare alla coppia, ma per loro del tutto nuovo, in cui essi e il mediatore siederanno a cerchio, per facilitare il confronto e il dialogo.
E’ importante sottolineare che la mediazione familiare non equivale ad una terapia di coppia, in quanto è effettuata a beneficio di una coppia che ha già deciso di separarsi ma vuole evitare ai figli tutte le spiacevoli conseguenze del caso, a differenza della terapia psicologica vera e propria che invece mira a risolvere i problemi della coppia cercando di evitare la separazione. Inoltre la mediazione familiare non può in alcun caso andare a sostituirsi alle procedure di separazione giudiziarie, in quanto ne resta sempre e solo un’alternativa complementare: affinché una coppia risulti separata per legge, è sempre necessaria una sentenza del giudice.
Il percorso di mediazione familiare prevede una procedura consistente in 4 momenti.
La pre-mediazione: si tratta della fase iniziale della procedura, in cui i genitori comunicano la loro intenzione di separarsi, e con l’aiuto del mediatore tirano le somme degli anni passati insieme, cercando di capire perché è sopraggiunto il periodo di crisi.
Il contratto di mediazione: si tratta di un contratto vero e proprio redatto dai coniugi dinnanzi al mediatore, nel quale sono scritti tutti gli obbiettivi che essi si pongono e il modo in cui intendono raggiungerli nell’ambito della terapia familiare stessa.
La negoziazione ragionata: è la fase di confronto vera e propria tra i genitori, che prendono atto dei problemi da affrontare, e discutono sui modi per risolvere i conflitti, coadiuvati dal mediatore familiare che li spinge a dire ognuno la sua e a fare delle scelte che meglio preservino la serenità dei figli.
Il progetto d’intesa: è il documento redatto alla fine del percorso di mediazione familiare, in cui i genitori mettono per iscritto le loro intenzioni riguardo il loro rapporto con i figli nel futuro più prossimo, e quindi rappresenta una sorta di accordo di pacifica convivenza anche dopo la separazione.
Due sono essenzialmente gli approcci alla mediazione familiare: uno, l’approccio più classico, cioè quello sistemico; l’altro, quello più innovativo e recente, cioè quello simbolico trigenerazionale.
Il modello sistemico è l’approccio tipico che prevede che i due coniugi si rivolgano al mediatore familiare per preservare il benessere dei propri figli e per risolvere le controversie relative alla separazione in atto, ed è l’approccio utilizzato da sempre dai mediatori familiari, in cui i figli non vengono coinvolti nelle sedute.
Di introduzione piuttosto recente, in quanto risale al 2002, l'approccio simbolico trigenerazionale prevede un ampliamento dell’intervento delle tecniche di mediazione: esse iniziano a coinvolgere anche i figli, laddove essi abbiano un’età sufficiente per intervenire, e le famiglie di origine degli ex coniugi, per studiare insieme la storia di tali famiglie e rapportarla con la separazione in corso. Inoltre, tale approccio prevede una riscoperta degli ex coniugi come coppia, cioè è incentrata oltre che sull’interesse verso i figli anche sull’interesse verso i genitori, per analizzare il modo in cui cambia la loro vita dal momento che non saranno più marito e moglie.
Nel momento in cui si sceglie di ricorrere alla mediazione familiare bisogna fare una cernita tra le tantissime associazioni di mediatori che operano sul territorio italiano, e scegliere quella che ci sembra più affidabile o semplicemente che si trovi più vicina a casa nostra. Spesso queste associazioni prevedono un primo incontro gratuito per comprendere il problema, e poi inizia il ciclo di sedute vero e proprio. Oggi si va diffondendo sempre più l’uso di inserire la figura del mediatore familiare all’interno delle scuole, in particolare elementari e medie, per fornire un supporto sia ai bambini che ai genitori: in questo caso il ruolo di mediatore è svolto da uno psicologo o da uno psicoterapeuta, ed è a carico del sistema scolastico.
In Italia invece non esiste ancora nemmeno una legislazione che regoli la professione di mediatore familiare, tanto che essa non è ancora regolamentata dallo Stato. Inoltre mentre all’estero il ricorso alla mediazione familiare è stato introdotto negli anni novanta, in Italia si è dovuto aspettare il 2006, appunto con la legge 54/2006, che ha introdotto la possibilità di ricorrere al mediatore familiare in caso di procedure di separazione o divorzio, mantenendola comunque facoltativa.
Per gestire le emozioni in caso di prossima separazione/divorzio: così come i bambini, può capitare che nemmeno i due ex coniugi siano in grado di superare da sé le conseguenze della separazione; un esempio potrebbe essere quello di due coniugi che hanno deciso di separarsi poiché hanno entrambi un altro compagno e vogliono capire come fare a far convivere le due nuove famiglie, senza rancori e nell’interesse dei figli.
Per problemi relativi alle coppie già separate: anche se una coppia è di fatto già separata, potrebbe succedere che i due ex coniugi abbiano ancora delle controversie in atto relative alle conseguenze della separazione; i due esempi più tipici sono i problemi relativi al mantenimento dell’ex moglie e dei figli da parte dell’ex marito, e i problemi relativi all’affido dei figli, in particolare all’affido condiviso, di recente introdotto dalla legislazione italiana (2006). Un altro esempio potrebbe essere quello di una coppia di ex coniugi in cui uno dei due non rispetta gli accordi presi al momento della separazione, o infine il caso in cui questi accordi necessitano di modifiche ma non si riesce a trovare un adeguamento alle nuove esigenze.
Per problemi legati all'eredità : può capitare che a rivolgersi al mediatore familiare non sia un coppia ma dei fratelli, che rischiano di mettere in crisi il loro rapporto a causa di questioni legate all’eredità dei genitori defunti. In questo caso è meglio rivolgersi ad un mediatore familiare che abbia esperienza anche in questioni legali, in quanto potrà trovare la soluzione migliore per la disputa in corso sia in base alle leggi in vigore, sia venendo incontro alle diverse esigenze dei fratelli.
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