Parlare in pubblico, per quanto si possa essere estroversi, nasconde milioni di insidie e non sempre farsi capire ed ascoltare è impresa possibile. Non bisogna poi sottovalutare tensioni, ansie e stress che rischiano di trasformare il nostro intervento in un vero e proprio disastro. Ci sono momenti nella vita in cui occorre rivolgersi ad una moltitudine di persone. Andiamo a scoprire insieme tutti i segreti per un’ ars oratoria impeccabile.
Antecedente la stesura del proprio discorso ci sono diversi fattori importanti da valutare per non commettere errori nello svolgimento e, in generale, per non essere completamente fuori tema o fuori luogo. Tali fattori saranno determinanti anche per la scelta delle soluzioni non solo verbali, ma anche gestuali e comportamentali, che si vorranno adottare.
Essere a conoscenza del posto dove si svolgerà l’evento, a cui prenderemo parte come oratori, è importante per definire alcuni aspetti del nostro intervento. Il luogo può influire sui gesti, sul volume della voce e sulla scelta di usare o non particolari strumenti. Ad esempio, sostenere un esame di maturità è certamente diverso dal sostenere la discussione di una tesi di laurea. Nel primo caso ci si troverà in un aula relativamente piccola, il pubblico sarà composto dai soli professori e, dunque, chi parlerà non avrà bisogno di alzare il volume della voce per farsi ascoltare da altri; al contrario, per una tesi di laurea l’aula sarà relativamente grande, ci sarà un pubblico pronto ad assistere e, dunque, non solo il tono della voce sarà alto ma la presentazione potrà esser corredata dall’uso di altri strumenti come microfoni, videoproiettori e pc.
Uno degli aspetti fondamentali per poter preparare un discorso chiaro, preciso e al limite della perfezione è quello di conoscere il pubblico a cui dovremmo parlare. Individuare le aspettative, infatti, ci permetterà di conformare la nostra dissertazione ai bisogni degli astanti e sarà più semplice farsi capire ed ascoltare. Ad esempio, in un convegno sul nucleare l’intervento che andremo a preparare sarà diverso a seconda del fatto che esso si rivolga agli esperti del settore, ai politici o ai cittadini. Nel primo caso, magari, dovendo parlare delle nuove tecnologie applicate al nucleare arricchiremo la presentazione di specifici termini dedicati; nel secondo caso potremmo, invece, affrontare il discorso dal punto di vista sociale ed economico; nel terzo ed ultimo caso dovremmo trovare le parole giuste per rassicurare la popolazione in merito alla costruzione o non costruzione di nuovi impianti.
Conoscere l’occasione, ovvero sapere se l’evento a cui dovremo parlare sarà formale o informale, determina il tono di voce, l’atteggiamento e la scelta dell’abbigliamento. Circa il tono della voce è evidente che se si prenderà parte ad una cerimonia formale esso dovrà essere serioso; al contrario, in un clima informale il tono della voce potrà essere più disteso e cordiale. Allo stesso modo anche i gesti e gli atteggiamenti che accompagnano il discorso in pubblico assumono una veste diversa. Ad un incontro formale l’atteggiamento che assumeremo sarà decisamente più discreto e autorevole; ad un incontro informale manterremo la nostra professionalità pur essendo magari più espansivi e alla mano. Anche l’abbigliamento si adeguerà all’occasione. Un tallier per le donne e un vestito per gli uomini, ma sobri, da indossare in una cerimonia formale; abiti casual per un evento informale.
Al termine di ogni discorso presentato in pubblico ci possono essere uditori e altri relatori che potrebbero porre delle domande su quanto detto. Questo costituisce spesso motivo di ansia e paura per l’oratore, il quale crede di non sentirsi all’altezza di rispondere e, per tale motivo, il più delle volte, rifiuta categoricamente ogni tipo di interruzione o intervento altrui. Quest’atteggiamento di chiusura è sbagliato perché rischia di metter in dubbio di fronte agli occhi di tutti la nostra preparazione e professionalità . E’ giusto dunque accettare domande da parte del pubblico, alle quali risponderemo sempre in maniera chiara e precisa ricordando che siamo noi quelli ad avere una conoscenza esaustiva dell’argomento presentato. Quindi, sebbene i discorsi in pubblico dovranno essere possibilmente brevi, il nostro intervento dovrà indagare a fondo su tutti gli aspetti ad esso inerenti.
C’è da dire che per avere un buon ascendente sul pubblico non è opportuno leggere un testo scritto, piuttosto è bene farsi percepire come molto preparati sul tema. E’ chiaro, però, che la memoria, in queste occasioni, può giocare brutti scherzi e, pertanto, è buona norma dotarsi di una scaletta da seguire così da non ritrovarsi dopo due minuti completamente nel pallone.
La nostra scaletta sarà composta di parole chiave relative a concetti, valori e fatti, concettualizzate in schemi e mappe. I concetti sono quelli che esprimono il pensiero dell’oratore; i valori si riferiscono agli ideali condivisi dagli uditori; i fatti si attengono ad una realtà oggettiva.
Ovviamente tutto ciò che avremo da dire sarà espresso in un lasso di tempo contenuto e, per questo, è necessario individuare solo e soltanto i punti più importanti per evitare di dire tanto e alla fine ritrovarsi a non aver detto nulla. Ad ogni modo, il nostro discorso dovrà esser strutturato in maniera adeguata. Esso, dunque, dovrà comporsi di un inizio, uno svolgimento e una chiusura. Nell’apertura si saluterà la platea e si illustreranno brevemente i principali punti da trattare; nello svolgimento si andranno ad affrontare nel dettaglio gli argomenti badando a non esser prolissi perdendo così il nucleo del discorso; nella chiusura si esporranno le possibili proposte o soluzioni, si chiariranno dubbi rispondendo all’eventuali domande, si ringrazierà il pubblico per aver partecipato.
Innanzitutto occorre far capire ai presenti che si è intervenuti non per sé stessi e per mettersi in bella mostra, quanto piuttosto per la voglia di comunicare con il prossimo. Per trasmettere questa apertura al dialogo e allo scambio reciproco è bene mettere da parte ansie e timori e munirsi di sorrisi, di un viso rilassato e di uno sguardo fiducioso e sereno. Stabilire un contatto visivo è importante tanto per il pubblico, che in tal modo non si sente abbandonato e poco considerato, quanto per l’oratore che riscopre negli occhi degli ascoltatori il grado di attenzione e di interesse (questo permette in corso d’opera di modificare parti del discorso o espressioni verbali e para - verbali).
E’ bene posizionarsi al centro del palco badando a non rimanere immobili. E’ essenziale sottolineare con i gesti concetti importanti o valori condivisi. Mentre si parla al pubblico, bisogna assolutamente evitare di: tenere le mani in tasca o appoggiate al petto per non mostrare distacco e indifferenza nei confronti dei partecipanti; sedersi al tavolo in quanto si rischia di trasmettere disinteresse; dare le spalle al pubblico mostrando una mancanza di rispetto.
Per catturare l’attenzione anche la mimica facciale e il tono della voce ricoprono un ruolo decisivo. La mimica facciale (sorrisi, espressioni di disappunto o disprezzo...) aiuta la platea ad intendere nel migliore dei modi il senso del discorso. Il tono della voce è quello che più di tutto tiene viva la concentrazione. E’ opportuno variarlo di continuo: essere monotono, infatti, non aiuta nella comprensione e, soprattutto, spinge il soggetto che ascolta ad evadere con la mente e dunque a distrarsi.
Per l’abbigliamento ricordarsi di non indossare accessori eccentrici che potrebbero attirare l’attenzione più del discorso che si sta sostenendo.
Muovendo qualche passo indietro nella storia, ricorderemo come nell’antica Roma l’oratoria e la politica camminavano sullo stesso sentiero. Chiunque intendesse intraprendere la carriera militare o politica doveva essere in grado di comunicare, in maniera efficace, ad una folla di uditori in delirio. Ancora oggi essere un “politico” prevede che si posseggano forti doti di eloquenza e dialettica.
Il linguaggio politico è solitamente di tipo esortativo cioè volto a persuadere chi ascolta per ottenere l’appoggio al voto, in vista delle elezioni, o per confermare la fiducia che all’uomo politico in questione e al suo schieramento era stata precedentemente accordata. Tale linguaggio prende forma sulla base di quelle che sono le caratteristiche sociali ed ideologiche del pubblico a cui ci si rivolgerà . Se gli astanti faranno parte dell’elettorato di appartenenza, il discorso dovrà essere di tipo “rituale” cioè pronunciato per rafforzare l’identità ; al contrario, se il pubblico non condividerà con l’oratore le stesse ideologie, il discorso dovrà essere di tipo argomentativo ovvero teso ad ottenere il consenso.
Il miglior modo per sviluppare un buon ascendente sul pubblico è quello di raccontare sé stessi e la propria vita: si stabilisce così un rapporto empatico e confidenziale.
Occorre poi basare il proprio discorso su quelli che sono gli aspetti negativi dell’avversario: in questo modo gli elettori percepiranno i due schieramenti come ben distinti.
Fondamentale è poi il linguaggio del corpo, di cui abbiamo già parlato e per cui valgono le stesse regole.
Essere un buon insegnante non richiede soltanto un’ottima preparazione ma anche una capacità di esposizione esaustiva e soprattutto coinvolgente. E’ importante saper parlare, saper comunicare agli altri le proprie conoscenze. Gli insegnanti si trovano ogni giorno a parlare al pubblico di studenti nella loro aula, e saper comunicare in maniera corretta può facilitare l’apprendimento e contribuire a stabilire tra allievo e docente un rapporto di maggior stima e di maggior confidenza.
Quando si inizia una lezione è possibile rompere il ghiaccio con gli studenti in diversi modi:
Dunque, stimolare la curiosità è un fattore decisamente importante per farsi ascoltare. Esistono però anche altre tecniche verbali e para -verbali per raggiungere lo scopo. Vediamole:
Per un venditore la dialettica è una delle armi fondamentali per raggiungere l’obiettivo che è, per l’appunto, “vendere”. Per questo motivo, ovviamente, il dialogo che si andrà ad intavolare con il cliente sarà di tipo persuasivo, cioè volto a spronare all’acquisto. Si cercherà di dimostrare quanto sia utile e vantaggioso possedere quel prodotto o usufruire di quel servizio e quanto, al confronto, i soldi spesi sono “piccola cosa”. Per non sbagliare, bisognerà organizzare il discorso sulla base dei desideri del cliente. Per conoscerli e comprenderli sarebbe utile studiare le ricerche di mercato relative alla tipologia di pubblico che ci si aspetta di trovare in platea, nel caso in cui si tratti di un pubblico ristretto si possono anche fare delle domande mirate ma non troppo invadenti, aspettando il momento opportuno per instaurare un rapporto diretto con la platea, senza buttarsi “all’assalto”. L’aggressività e l’insistenza, infatti, non premiano quasi mai, soprattutto quando si tratta di vendere e, anzi, il più delle volte spingono l’acquirente ad essere sbrigativo e poco cordiale. Potrebbero sicuramente presentarsi delle obiezioni da parte del compratore a cui occorrerà rispondere in maniera sempre educata e mai polemica.
Ancora una volta il linguaggio del corpo comunica molto più delle parole. Evitare di assumere espressioni facciali di disappunto e atteggiamenti che esprimono noia e nervosismo, questo perchè il cliente potrebbe sentirsi solo uno tra i tanti e quindi soltanto un mezzo per guadagnare.
Ciò a cui dobbiamo mirare, attraverso l’uso delle parole e del corpo, è ottenere la fiducia così che il cliente possa comprare ma cosa ancora più importante fidelizzarsi. Questo ci assicurerà una vendita continua e, dunque, anche in un futuro più o meno lungo.
Occorre innescare nella nostra mente una serie di pensieri positivi che allontanino da noi la paura di sbagliare o di renderci ridicoli: •
Passando all’azione si può:
Prima dell’evento:
Durante il discorso:
Anche la timidezza si configura come un problema da affrontare e superare per poter parlare in pubblico con esito positivo. Per combattere questo disturbo si deve:
Ci sono poi situazioni in cui la paura di parlare in pubblico scaturisce da una vera e propria fobia talvolta definita “fobia sociale”: non ci si relaziona con gli altri per paura di esser giudicati negativamente e per la paura di sentirsi umiliati. Si può provare a superarla solo attraverso l’approccio terapeutico. Quest’ultima si esplicita nella terapia farmacologica e nella psicoterapia.
La terapia farmacologica prevede l’uso di antidepressivi, mentre la psicoterapia può essere individuale o di gruppo e pone l’accento su modi di agire e di pensare.
Un altro aspetto da tener sotto controllo è quello relativo alle emozioni. Queste, in alcuni casi, possono generare sentimenti di tristezza e peggio ancora di ansia. Questi sentimenti negativi impediscono lo svolgimento di alcuni compiti, come può essere, per l’appunto, quello di parlare in pubblico. Inoltre emozioni ostili possono scatenare aggressività sia verso sé stessi e in questo caso tendiamo a sottovalutare le nostre capacità , sia verso l’esterno realizzando l’incapacità di relazionarsi a discapito di ruoli professionali in cui il rapporto con il pubblico è fondamentale. Per controllare le emozioni solitamente si ricorre a tecniche di rilassamento basate sulla respirazione e il biofeedback. Quest’ultimo è un metodo per imparare a controllare lo stress, l’ansia...le emozioni.
Se le nostre paure non sono così forti ma abbiamo solo il timore di non essere precisi nell’esposizione possiamo e dobbiamo migliorarci. A questo proposito:
Ma come migliorare? Se ci si sente fortemente insicuri e si preferisce acquisire una formazione specifica esistono, oggi, corsi di Public Speaking. Questi corsi vi insegneranno a diventare dei veri esperti del parlare in pubblico.
Esistono anche corsi di Dizione che possono aiutare nell’articolazione corretta dei suoni che formano il linguaggio.
Un altro aiuto potrebbe essere quello omeopatico. Utilizzando ad esempio prodotti a base di teanina o té verde si possono ridurre le situazioni di ansia e stress.
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