Lo smettere di allattare è un processo che, se compiuto nel modo sbagliato, può avere delle ripercussioni sulla salute psicologica di mamma e bambino.
L’allattamento è infatti un legame profondo e reciproco che si instaura tra i due, che provoca sensazioni che può comprendere a pieno solo che è mamma. Il bambino non ricorda consciamente il periodo dell’allattamento, ma nel suo cuore, attraverso l’allattamento, nasce un sentimento per la madre che con la crescita si trasforma in profonda fiducia nei confronti della genitrice.
Va de se quindi, che la terminazione di tale rapporto d’amore deve essere effettuata con le maggiori attenzioni possibili, con garbo e pazienza ma anche con tenacia, poiché una volta che si decide di smettere di allattare, per il bene sia del bimbo che della mamma, la decisione dev’essere definitiva.
Nonostante tutto comunque, se la fine dell’allattamento è fatta con criterio, può apportare dei benefici al bimbo, in quanto rappresenta un forte momento di crescita, e consente a madre e infante di creare un nuovo rapporto, più maturo ma non meno profondo, dato che l’allattamento ha già gettato delle solide basi su cui poi costruire il futuro dei due.
Andiamo quindi a vedere un po’ più nel dettaglio quali sono i metodi migliori per smettere di allattare; in particolare analizzeremo tre aspetti fondamentali di tale processo: il perché, il quando, il come.
Il motivo per cui decidete di smettere di allattare è la cosa fondamentale.
Deve essere qualcosa che sentite dentro e che sapete essere giusto. Qualsiasi sia la motivazione che vi spinge a voler concludere l’allattamento, ricordatevi di essere ferme nel vostro intento: quando smettete di allattare il vostro pargolo che sia per sempre, altrimenti rischiate di iniziare un tira e molla svilente per voi e destabilizzante per il bimbo.
Non esiste un periodo preciso per smettere di allattare, semmai ne esiste uno prima del quale è assolutamente sconsigliato smettere, a meno il vostro latte non sia più abbastanza nutriente per i bisogni del vostro bimbo. Quindi, salvo eventuali complicazioni, date il seno almeno fino al primo anno di vita. Dopo tale periodo il seno è per il bimbo più un’abitudine che una vera e propria necessità; quante di voi infatti lo danno solo per far addormentare il bimbo?
Quindi in sostanza il momento migliore è quello che voi reputate più opportuno in base alle vostre esigenze e al vostro stato d’animo.
Se siete fortunate comunque, ci sono bimbi che verso i 20 mesi decidono da soli di non attaccarsi più. In caso contrario, e sempre se ve la sentite, potete benissimo allattare l’infante fino all’inizio della scuola materna.
L’unica cosa veramente importante, ricordatevelo sempre, non è il momento temporale, ma quello psicologico.
Esistono svariati metodi pratici per non far più attaccare il bambino al seno, di seguito ne illustriamo alcuni, anche se bisogna precisare che sono traumatici per il bimbo, quindi sono consigliati solo a quelle mamme che le hanno provate tutte, dalla persuasione al diniego, e non hanno ottenuto risultati:
Tutti gli stratagemmi sopra elencati comunque non sono il metodo migliore. Quello invece più valido è il distacco graduale:
Purtroppo è dura, sia per la madre che per il bimbo, ma non è possibile dare il seno un pianto si uno no, poiché il piccolo non capirebbe che è un distacco graduale, ma penserebbe solo a una scelta deliberata della madre su quando accontentarlo o meno, il che lo destabilizzerebbe.
E’ naturale che il bimbo i primi tempi piangerà e si dispererà, ma cercate di farlo calmare in altri modi, ad esempio cullandolo in braccio o dandogli il biberon. L’importante è che non torniate sui vostri passi spinte dai sensi di colpa per gli urli del bambino, poiché potreste fare più danni che altro. Come già detto intermittenza tra smettere di allattare e ricominciare di nuovo è solo motivo di nevrosi e per la mamma e per il bimbo.
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